Corriere della Sera - Sette

LA VIA CRUCIS RILETTA DA AMÉLIE NOTHOMB

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“Ho sempre saputo che mi avrebbero condannato a morte. Il vantaggio di una certezza come questa è che posso accordare la mia attenzione a quanto lo merita davvero: i dettagli”. Così parlò Gesù Cristo secondo Amélie Nothomb, scrittrice belga che, al suo ventottesi­mo romanzo (ne pubblica uno all’anno), si avventura sulla cima del Golgota senza rinunciare a quella leggerezza che caratteriz­za la sua scrittura. Un racconto in prima persona che rivisita liberament­e le quattordic­i stazioni della Via Crucis e diventa eterodossa meditazion­e sull’incarnazio­ne, a cui non è estraneo l’innamorame­nto per Maria Maddalena (“di tutte le gioie che ho provato con lei, nessuna ha eguagliato la contemplaz­ione della sua bellezza”). Ma è l’arsura il simbolo più forte dell’essere uomini. “Pur inchiodato a questa croce un bicchiere d’acqua mi farebbe davvero morire di piacere”. Sulla croce Gesù ricorda, osserva e, in qualche modo, regola i conti con il Padre. (cr. t.)

Sete

Amélie Nothomb traduzione di Isabella Mattazzi Voland, pp. 128, euro 16

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