TORNA LO STILE PULP DEL DETECTIVE ROCKY
Un giallaccio vintage Garzanti del 1961 ritrovato in soffitta uccide il poliziotto di John B. West, scrittore pulp che piacerebbe a Quentin Tarantino) è l’unica cosa che è riuscita a lavarmi la mente in questi giorni.
Identikit del protagonista: Rocky Steele, detective, 1 e 90 per 98 kg, proprietario di una Cadillac 300 Hp con un motore che «fa le fusa come una tigre piena di panna», vestito sempre con un trench (nel romanzo piove peggio che in Blade Runner).
Identikit della dark lady: Angelica Carson Martin, residente a Sutton Place, Manhattan, 1 e 60 per 60 kg, circonferenze 72-4872 (West misura i suoi personaggi come fossero pugili al peso prima del combattimento).
Primo dialogo tra Rocky e Angelica: «“Vivete qui da sola?” le chiesi. “Uh-Uh. Qualcosa da bere?”. “Sì. Scotch con ghiaccio, se ne avete”. “Ho tutto”, mi assicurò, e io le dissi quanto aveva ragione, mentre attraversava ancheggiando la stanza».
Finirà male tra i due e Angelica urlerà a Rocky: «Avete una pistola al posto del cuore». Non è vero. Rocky, sotto la scorza da scuola dei duri alla Dashiell Hammett (di cui West è uno dei rari nipotini afro-americani), è un sentimentale, come tutti i detective da Marlowe in poi. Ama la sua segretaria, Vicky Boston, la chiama bambola, come da copione, e un giorno forse la sposerà. E ama la sua mamma, che non c’è più e gli manca, come confessa con stile acrobatico: «Rabbrividii leggermente e questo mi fece tornare alla mente mia madre quando diceva che se si rabbrividisce vuol dire che qualcuno sta camminando sulla nostra tomba. Ad ogni modo le cose che mi diceva mi tornano in mente di tanto in tanto, e penso che sarà sempre così».
Cosa succede nel romanzo? Che cercano di incastrare Rocky facendone il capro espiatorio in una guerra tra gang (c’entra anche un politicante trafficone). La solita giungla d’asfalto, insomma. Ma quanto mi manca quella giungla d’asfalto, quasi quanto la mamma a Rocky.