NELLA CASA FAMIGLIA SOLO COSE BELLE
Consigliare di questi tempi un film che racconta le case famiglia, dove il distanziamento sociale è concetto alieno, la caciara all’ordine del giorno e a tavola spesso tocca imboccare a cucchiaiate qualcuno che per problemi motori non riesce a trattenere la minestra e la sputa sul tavolo, può sembrare un’eresia. Eppure, dopo l’ennesima settimana di mondo casalingo forzatamente asettico, rivedere tutti insieme luoghi di allegra e necessaria promiscuità può aiutarci a non dimenticare quel che siamo: esseri umani. Domani chi ha Sky può regalarsi un sabato sera anomalo guardando in prima visione Solo cose belle, film italiano realizzato al risparmio da un milanese 25enne, Kristian
Gianfreda, alla prima prova non da documentarista, che in quelle case ha lavorato per anni. Un film che nasce con lo scopo di farci conoscere una realtà (punto di partenza è l’associazione Giovanni XXIII di don Benzi) spesso criticata a priori, quasi mai raccontata dal nostro cinema ma finita nel mirino dei tweet di Salvini che l’estate scorsa, quando grazie al passaparola il film navigava nelle sale, parrocchiali ma non solo, invocava commissioni di inchiesta. Solo cose belle sa evitare retorica e buonismo, grazie a una storia sincera ben interpretata da giovani attori e veri ospiti delle case che, nonostante un finale consolatorio, ha il passo del cinema e non quello delle serie tv nazionalpopolari. Davvero non è poco.
LA FRASE
Regia di Kristian Gianfreda con Idamaria Recati, Luigi Navarra, Marco Brambini,
Caterina Gramaglia