TRANSILVANIA I VAMPIRI DI ALBERI
L’ultimo ranger ad essere ucciso è stato Liviu Pop, aveva trent’anni e tre figli, gli hanno squarciato il petto a colpi d’ascia. I clan che stanno depredando i boschi primordiali di Maramures, in Romania, fatturano decine di miliardi l’anno e nessuno sembra in grado di fermarli. Colpa della corruzione che ha avvelenato il Paese. Ma anche delle tante complicità estere
Camminava da solo. Passo lento, silenzioso, sospettoso. I segreti del bosco vecchio di Maramures non hanno fretta d’essere svelati e il guardaparco Liviu Pop lo sapeva. Le solite regole di prudenza, le stesse da sette anni: spegnere il motore, abbassare il volume della radio, togliere la suoneria allo smartphone (troveranno la sua jeep posteggiata, mezz’ora di sentiero più sotto). Aveva fatto tutta quella strada in salita, calpestando cauto i rami caduti da farnie e tigli, scavalcando indagatore i tronchi delle querce già abbattute, seguendo col fiatone il lamento delle motoseghe sempre più vicino, sempre più assassino. A un certo punto gli vibrò in tasca il cellulare: era la moglie. La prima volta non rispose, continuò a camminare. Ma pure lei continuava a chiamare, perché si sentiva qualcosa di strano e stava insistendo. Liviu si fermò un attimo e tirò su sbrigativo, forse un filo spazientito: «Ciao, scusa, adesso non posso, ci parliamo dopo, sto per fare un arresto, ladri di legna…».
Si sa com’è, chi lavora sul serio: avanti, forza, è un mestiere pericoloso, ma qualcuno deve pur farlo. E quel mercoledì mattina, in quel taglio, c’era da zittire il grido di quelle motoseghe. Liviu camminò ancora un po’. Qualche centinaio di metri. Svoltò per un tratturo. Scese in una gola. Alla fine li vide, e fu perduto. Era entrato nel bosco, verticale. Senza immaginare che ne sarebbe uscito orizzontale.
La strage dei ranger
Hanno ammazzato Liviu: a colpi d’ascia, in ottobre. Hanno picchiato un’altra guardia, Raducu Gorcioaia: a morte, il mese prima.