L’unione con Elsa Morante e lo “Strega”
Nel 1950, quando scrive il racconto L’infermiera, Alberto Moravia è sposato da 9 anni con la scrittrice Elsa Morante (sopra).
Il matrimonio finirà nel 1962. Collabora ormai da tempo con il Corriere su cui scrive reportage, critiche e racconti, con l’Europeo e con Il popolo di Roma. Cura una rubrica di cronache sul mondo del cinema per
programma nazionale sulle onde medie. A breve, nel 1953, fonderà con Alberto Carocci la rivista Nuovi Argomenti, su cui scriverà Pier Paolo Pasolini. La storia che avete letto in queste pagine verrà inclusa nel 1954 nella raccolta Racconti romani (sotto). Con i due volumi dei Racconti, invece, nel 1952, aveva conquistato il Premio Strega.
da un tenda come a dire “ci sono
anch’io”; un anziano con la barba
bianca che si riposa sui binari della
ferrovia, il corpo rinsecchito ravvivato
da un kamiz rosso, collane e
braccialetti indigeni ai polsi. Sono
gli sguardi che calamitano e parlano
negli scatti di Sohail Karmani,
fotografo londinese di origini pachistane,
che così ha voluto raccontare
la terra del padre, nell’area
di Sahiwal, città del Punjab pachistano.
Ne sono usciti ritratti che
sono frammenti di vita quotidiana:
lenta, semplice e dura.
Bisogna incrociarli questi occhi
per capire. Per capire che cosa incombe
su queste donne e su questi
uomini se venissero travolti —
com’è probabile — dal virus che sta
terrorizzando il mondo. Molti medici
e infermieri non vogliono lavorare
per la risposta tardiva data dal
premier Khan all’emergenza: per
settimane si è rifiutato di imporre
il lockdown. Temeva le ripercussioni
sull’economia e le reazioni
dei radicali islamici.
Finché i militari lo hanno messo
nell’angolo e, in collaborazione
con i governatori provinciali,
hanno deciso di chiudere il Paese.
Nonostante questo gli imam continuano
a richiamare i fedeli nelle
moschee. Così l’epidemia rischia di
dilagare. Ma questa volta a farne le
spese non saranno soltanto l’anziano
seduto sulla ferrovia o la ragazzina
del campo.