DENVER, STOCCOLMA E ARTURITO: «LA CASA DI CARTA, INNO AL CORAGGIO»
Tokyo, Mosca, Berlino, Nairobi, Denver, Rio, Oslo, Helsinki, Stoccolma, Bogotá, Manila, Palermo. Città mai così remote, lontanissime dai confini delle case da cui non usciamo da settimane. Sogni proibiti della nostra quarantena collettiva. Sono anche gli pseudonimi di alcuni dei personaggi di una delle serie più attese di Netflix, la più vista tra quelle non in lingua inglese, che ha lanciato la quarta stagione una settimana fa. È tornata la banda di rapinatori in tuta e cappuccio rosso e maschera di Salvador Dalí creati da Álex Pina per la rete spagnola Antena 3 e diventata fenomeno mondiale con la diffusione sulla piattaforma di streaming.
I Robin Hood di Spagna
I novelli Robin Hood che portarono l’attacco al cuore della Fábrica Nacional de Moneda y Timbre di Madrid, quindi, di stagione in stagione, fino alla Banca di Spagna, tra colpi di scena, perdite e nuovi adepti. Ma che, a differenza dell’eroe della foresta di Sherwood, non si limitano a rubare ai ricchi per dare ai poveri ma puntano a far saltare il banco, a smontare dall’interno il sistema svelandone le contraddizioni. Antieroi popolarissimi e anche un po’ populisti, personaggi fuori dal comune capaci, tra l’altro, di cambiare la vita dei loro interpreti. In principio, salvo due eccezioni, volti nuovi e freschi anche per la Spagna. Oggi attori famosi corteggiati a partire, dal leader, il professore (Álvaro Morte), ormai star internazionale.
Attori lanciati in orbita
Come confermano Esther Acebo, Jaime Lorente e Enrique Arce, ovvero Mónica Stoccolma, Denver e Arturo Román detto Arturito, personaggi chiave della quarta stagione. Nessuno di loro, raccontano a
dalle loro rispettive abitazioni, avrebbe immaginato che accettare quei ruoli li avrebbe catapultati così lontano. Lorente è stato scelto dal grande regista iraniano Asghar Farhadi, è impegnato anche nell’al