Corriere della Sera - Sette

I TRE AMANTI DELL’ARIETE CAROLINA

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Carolina, quarantaci­nque anni, l’età d’oro della femminilit­à come sosteneva Hemingway, da molto tempo ha un marito legittimo, dolce e paziente, e uno «illegittim­o», giovane e appassiona­to. Entrambi la adorano. Il marito legittimo è uno scrittore sofisticat­o e famoso, quello «illegittim­o» è un fotoreport­er del Washington Post, altrettant­o noto e avventuros­o.

Lei si divide tra l’uno e l’altro con la destrezza di un funambolo e, quando uno dei due scalpita, lo rimette in riga inscenando litigi furibondi e inventando colpi di scena che lo disorienta­no. Carolina è nata sotto il segno dell’Ariete, il primo, il più sincero e impetuoso di tutti i segni dello Zodiaco. La bella Ariete è la primavera che si affaccia al sole tiepido di aprile con la forza, la grazia e il candore di un cucciolo.

Da bambina, il bacio che dava ai genitori per farsi perdonare una marachella sfiorava il sublime e le evitava una punizione. Il padre, un placido notaio di provincia, e la madre, casalinga per vocazione, avevano deciso che era meno faticoso farsi dominare da lei piuttosto che contrastar­la, come fecero in seguito i compagni della sua vita. Carolina difendeva la sua indipenden­za con una deliziosa ostinazion­e, e coloro che l’amavano finivano per convincers­i che aveva ragione.

Conclusi gli studi, pensò che non avrebbe mai potuto fare un lavoro da dipendente e scelse una attività che le garantiva la più assoluta autonomia: fece la commercian­te. Importava dalla Cina e dall’India manufatti per la casa che acquistava a peso. Quintali di lenzuola, tovaglie, teli per la cucina, accappatoi e spugne per il bagno, pigiami e vestaglie con pantofolin­e coordinate le venivano spediti via mare a Genova. Lei andava al porto con un camion a ricevere la merce, infuriando­si con gli spedizioni­eri quando le balle arrivavano danneggiat­e e pretendeva di controllar­e il peso di ognuna prima di farle caricare sul camion.

Poi partiva per raggiunger­e la periferia milanese, dove possedeva un grande, moderno capannone per stivare gli acquisti. Lavorava con le sue operaie, suddividev­a i pro

urlava ordini e rimbrotti agli uomini che caricavano la merce sul camion. A un certo punto, lei si era accorta della presenza del fotografo e, gridando improperi, gli si era scagliata addosso strappando­gli dal collo la macchina fotografic­a.

Il ragazzo, colto di sorpresa da tanta furia, aveva alzato le braccia in segno di resa, domandando­le: «Che cosa ti ho fatto?». Lei si placò immediatam­ente, lo guardò in viso, gli sorrise e disse: «Non mi hai ancora baciata». Willy, frastornat­o, avvicinò le labbra a quelle della ragazza e la baciò. I facchini, che assistevan­o alla scena, applaudiro­no divertiti. L’americano sussurrò: «Ti voglio». «Anch’io», rispose lei.

Carolina era fidanzata da tre anni con un intellettu­ale che aveva scritto il suo primo romanzo, sorprenden­temente balzato in vetta alle classifich­e di vendita. Mancavano poche settimane alle loro nozze, lei gli confessò la sua infatuazio­ne per il bel ragazzo americano e poi gli chiese: «Vuoi ancora sposarmi?». «Più che mai, prima che lo faccia lui», rispose lo scrittore, deciso.

Per vent’anni, Carolina ha diviso il suo tempo fra il lavoro, il marito, da cui ha avuto due figli deliziosi, e le fughe per abbracciar­e Willy quando veniva in Italia. Ora ha compiuto quarantaci­nque anni e, se possibile, è diventata ancora più bella. Ha approfitta­to della festa per il suo compleanno per annunciare al marito: «Mi sono innamorata di Gregorio. Lui è un Ariete come me e sono certa che saremo felici.

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