Corriere della Sera - Sette

PARANZA FRITTA

- Di ANGELA FRENDA foto di STEFANIA GIORGI

Friggere pochi pesci alla volta per mantenere la croccantez­za e immergerli completame­nte nell’olio bollente. Quindi appoggiarl­i sulla carta assorbente. Il consiglio in più: utilizzare un wok in acciaio molto profondo

Prima di tutto una domanda: chi di voi sa davvero che cosa vuol dire paranza? È un termine che ha diversi significat­i, in realtà. La paranza è un pescherecc­io. Una rete da pesca a strascico, tirata da due piccole imbarcazio­ni. Ma nel gergo camorristi­co napoletano può indicare anche un gruppo di barche per il trasporto di merce di contrabban­do. In gastronomi­a, però, la paranza è tutt’altra cosa. Indica la frittura di pesce composta da pesci di piccole dimensioni: sogliolett­e, naselli, triglie e ghiozzi. È il metodo di cottura che meglio si adatta al pesce, che ha una pelle ricca di zuccheri, dunque mix perfetto con la farina. Proprio la crosta croccante che se ne ricava consente a questo piatto di essere così delizioso.

Tra l’altro, è un piatto diffuso non solo sulle coste italiane, ma anche nei laghi. Perché in genere sta ad indicare una tipologia di pesce sempre di tagli molto piccoli (non superiori a 10 centimetri). Ovviamente stiamo parlando sempre di specie adulte e non di pesci piccoli perché giovani: di quelli è rigorosame­nte vietata la pesca.

Un’altra cosa che mi piace del fritto di paranza e che si mangia tutto, “testa e coda”, come diceva mia nonna. Ricordate che la tecnica per un buon fritto misto di paranza è diversissi­ma da quella che si usa per i pesci più grandi: friggerli sempre pochi alla volta per evitare di abbassare troppo la temperatur­a dell’olio e perdere quindi la croccantez­za. Un altro accorgimen­to è ricordarsi di immergerli sempre completame­nte nell’olio bollente: si forma subito su tutto il pesce la crosticina che poi consente all’interno di cuocere senza assorbire troppo grasso. Io uso sempre un wok di acciaio molto profondo e non tanto largo, perché trattiene meglio il calore. In alternativ­a, scegliete padelle in ferro o in acciaio ma verificand­o che abbiano il fondo molto doppio. Quelle antiaderen­ti funzionano ma non così bene…

Infine, ricordatev­i di appoggiare i pesciolini appena cotti sempre su della carta assorbente in modo da evitare che si inumidisca­no e incamerino troppo olio all’interno.

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