A Sentimental Survey
Immagini estratte come da un mazzo di carte per interpretare il nostro stato d’animo. Il nuovo progetto di Francesco Vezzoli per la Fondazione Prada è una serie di screenshot per Instagram. «I social media danno la possibilità di dire questo sì, questo no, scorrendo con il dito sullo schermo dello smartphone», dice l’artista che per ogni “istantanea” ha scelto frasi dicotomiche. «Instagram non era abbastanza creativo. Con la credibilità intellettuale che la Fondazione Prada ha, abbiamo lanciato un messaggio. Con i social bisogna inventare nuove vie per l’arte: non le solite ridicole visite online alle mostre. Il mio progetto non è tanto un tentativo d’intrattenere, ma di esprimere emotività. E per quel che mi riguarda, data la mia origine (sono nato a Brescia) e la mia città di residenza (Milano, dove sto trascorrendo questo confinamento) sto vivendo con mente e cuore in due delle tre città maggiormente colpite dal coronavirus. C’è chi ha da rivendicare dolori molto più profondi, ma anch’io mi sento molto coinvolto e commosso. Quando una comunità come Brescia (piccola rispetto a dei parametri globali) viene colpita con quei numeri, conosci sempre qualcuno che conosce qualcuno morto. Molte persone incrociate nella mia vita non ci sono più».
Questo tempo sospeso ci ha fatto confrontare con la paura, il dolore
e la morte. «Una dimensione dimenticata dalla cultura contemporanea, anche con l’intermediazione propria dei social. Eravamo tutti patinati», prosegue Vezzoli. «Ma io ogni volta che rivedo l’immagine dei carri militari che trasportano le bare, piango. Mi sono a lungo isolato, entrando anche in grande conflitto con i social perché hanno spesso mantenuto una leggerezza in molti casi inappropriata».
Ma Fedez e Chiara Ferragni hanno
questa frase». E poi davvero non sappiamo se, veramente, si profili un mondo nuovo. «Tutti durante le tragedie sono pieni di buoni propositi. Poi appena si aprono le gabbie si torna ad aggredirci e ai vecchi sistemi. Ingenuo pensare che una guerra o una pandemia rendano le persone più buone. Togliamocelo dalla testa. Se ci sarà miseria, vedremo gesti dettati dalla disperazione. L’Italia ha reagito bene, i nostri amministratori non hanno detto eresie su questa malattia come Boris Johnson, Donald Trump, per poi ricredersi la settimana dopo. Medici e infermieri con grandiosa nobiltà d’animo non hanno ceduto alla paura».
Il potere della solitudine e l’autorità solitaria: questa frase-titolo a una delle immagini scelte da Vezzoli, va incontro ai nostri timori. Che queste restrizioni ci tolgano diritti anche in futuro, e s’instauri un supercontrollo delle nostre vite con un’app. «Paure comprensibili. Durante le guerre c’è sempre qualcuno che prende il controllo della situazione. Fa parte del momento storico che stiamo vivendo. Da anni uso molte app: per me la priorità è la salute, mia e delle persone care, e del mondo. Che ora ci siano degli strumenti di controllo è accettabile, c’è questa “guerra” da vincere». Difficile rinunciare alla tenerezza di un bacio, di un abbraccio (che Lady Gaga respinge nella foto elaborata dall’artista). Vezzoli, quanto le mancano le carezze di sua mamma? «Anche quelle che mi dava mia nonna, tenendomi la testa sulle ginocchia pure da grande. Con mia mamma ho un rapporto viscerale, è una donna molto intensa. Riesce ad accarezzarmi e anche a graffiarmi perfino dall’iPhone».