Amanti, dovete pentirvi
Caro Grame, io sono “la moglie”, quella conosciuta sui banchi di scuola, quella spesso sola perché lui viaggia, e soprattutto viaggia spesso in una città non così lontano da casa. Un marito affettuoso, generoso, presente, padre attento.... ma femminaro fin da ragazzo. E cosi scopro per un messaggio arrivato un mattino all’alba che in quella città ha un bel divertissement che dura da anni. Lui non nega, e dopo valutazioni, lacrime e il mio cuore spezzato, mi chiede di restare, di riprovare ancora... Pretendo una telefonata di chiarimento tra loro in viva voce e scopro dall’amante il succo della questione: «Non mi interessa niente se sei marito, padre o nonno, se per sensi di colpa riempi tua moglie di attenzioni, io ti voglio hic et nunc». Traduco: una incoscienza, un egoismo e un poco rispetto di sé stessa inconcepibili. A tutte le amanti di mariti altrui dico: non è che una vita insieme, difficoltà, viaggi, gioie, dispiaceri, figli cresciuti possano essere surclassati da serate di alcol e sesso. Arrangiatevi, meditate, pentitevi della vostra protervia.
ANGELA CARA, chissà perché chi è tradito se la prende con l’amante più che con il partner. Come se quest’ultimo fosse incapace di intendere e di tradire, e venisse circuito ogni volta da personaggi senza scrupoli. Il bello è che anche l’amante pensa la stessa cosa: lui non sta con me per colpa del coniuge ufficiale, che lo ricatta o lo manipola. Le due contendenti partecipano a una specie di tiro alla fune in cui la fune, però, sembra
Angela