ANNI, NON DA 8 MINUTI E MEZZO»
piuttosto realistici e, per forza di cose, finisco per raccontate la situazione sociale», afferma.
«In America, negli ultimi tre anni e mezzo, abbiamo avuto un’amministrazione che avanza ogni giorno più velocemente verso il fascismo. Grazie al Covid abbiamo una disoccupazione di massa, e per lungo tempo abbiamo avuto diseguaglianze di reddito: la questione razziale però va avanti da 400 anni, non da otto minuti e mezzo», chiarisce, riferendosi agli ultimi istanti della vita di Floyd, il 46enne nero morto sotto il ginocchio di un poliziotto bianco a fine maggio. «Stavamo facendo progressi, poi è arrivato questo tizio alla Casa Bianca. Per me tutto quello che sta succedendo — le tre crisi epocali in corso negli Stati Uniti: sanitaria, economica e sociale — è come la manifestazione una questione di reclutamento, formazione e supervisione. Alcune persone semplicemente non dovrebbero fare il poliziotto, sono razziste e/o hanno un ego fragile, sentono che la loro mascolinità è in pericolo. Penso però che sia un errore isolare la polizia dalla società, quando parliamo di razzismo: gli agenti non vengono da Marte, li reclutiamo fra la popolazione. Solo perché mettiamo qualcuno dentro a una giacca blu non significa che si comporterà diversamente dagli abitanti di una città, di uno Stato, di una nazione. Per questo non risolveremo mai il problema del razzismo nella polizia finché non affronteremo quello, più grande, del razzismo nell’intera società».
Stiamo parlando di personaggi di fiction, ci tiene a precisare, ma Jimmy McNabb, protagonista del