IL DEBUTTO DI ALESSANDRA «DEDICATO A NONNO CAMILLERI»
Mortelliti, attrice e nipote dello scrittore scomparso, ha diretto il suo primo film, Famosa, in sala dal 13 al 15 luglio, adattando un suo monologo che il papà di Montalbano ha seguito passo passo fino agli ultimi giorni di vita. «Il mio Rocco Fiorella, pesce fuor d’acqua come me»
«Un’introversa. Un pesce fuor d’acqua». Si definisce così Alessandra Mortelliti, figlia ma soprattutto nipote d’arte. Suo padre Rocco è attore e regista di cinema e tv. Ma suo nonno è stato nientemeno che Andrea Camilleri. Era lei una delle bimbe che “disturbavano” il papà di Montalbano e di altri immortali incarnazioni di sicilianitudine nel caos creativo in cui era solito elaborare le sue creazioni letterarie.
Alessandra, attrice in teatro da quando era sedicenne, diplomata all’Accademia d’arte drammatica a 25, figlia della primogenita dello scrittore, Andreina, è romana di padre ciociaro. E l’infanzia trascorsa in Ciociaria ha nel suo lavoro artistico un po’ la stessa importanza della Sicilia nell’opera del suo grande nonno, uso del dialetto incluso. Questo suo primo film, Famosa, tratto da un suo monologo di grande successo «e che nonno ha avuto solo dopo che era stato pubblicato, rimproverandomi di non averlo avvisato», da lei interpretato in teatro davanti a platee entusiaste, proprio in Ciocaria è ambientato. Se lei si sente un pesce fuor d’acqua, la stessa sensazione è provata dal suo protagonista, Rocco Fiorella, ragazzo di paese che per fuggire dall’oppressione della provincia si sogna ballerino di talent show a Roma. È lui l’aspirante famosa del titolo, perché al sentirsi fuori posto nel mondo aggiunge un’identità sessuale incerta, infatti Alessandra lo poteva interpretare in palcoscenico.
«Io sono Rocco Fiorella», spiega la regista, «come lui sono sempre andata alla ricerca della mia identità, ma l’unico aspetto che mi differenzia è proprio quello dell’incertezza sessuale». Donna è e donna si sente, Alessandra, madre di due bimbi, Matilda e Andrea. Che dalla famiglia, come dal percorso psicanalitico («Lo consiglio a tutti, è una cosa fantastica»), ha ottenuto oggi quella stabilità tanto cercata: «In realtà ho capito con la psicanalisi che potevo trovare la mia identità proprio raccontando personaggi». Di un certo tipo, però. Ad attrarla sono le figure «border line», quelle come il suo Rocco «messe in mezzo dal branco perché diverse e trasformate in capri espiatori». La violenza del branco in provincia è un tema forte di Famosa. Film dedicato al nonno e seguito passo passo da Camilleri con lei nell’elaborazione della sceneggiatura anche se ormai cieco e con la vita che si esauriva: «Il film ha un finale molto duro su cui avevo dubbi. Ma lui mi ha incitato ad andare avanti a farlo come lo avevo sentito col cuore dall’inizio. Non scendere a compromessi, diceva. Una delle sue grandi lezioni».