OK, IL PREZZO È GIUSTO (PER IL CONSUMATORE)
«Abbiamo democratizzato la pasta: non ci bastava più il gesto di allungare il braccio per prendere una confezione, abbiamo messo noi stessi la confezione sullo scaffale». Il 25 giugno ha debuttato in Italia il primo prodotto di Chi è il padrone?!, etichetta legata al movimento La marca del consumatore. La logica è semplice: sono i consumatori a decidere le caratteristiche degli alimenti, dal prezzo all’origine delle materie prime, con lo scopo di promuovere un prodotto sostenibile da ogni punto di vista .«È un’iniziativa rivoluzionaria nel settore agroalimentare», afferma Enzo
Di Rosa, fondatore dell’associazione con sede a Roma. «Quando andiamo al supermercato ci illudiamo di scegliere tra vari prodotti, ma non è così. Ora esiste una pasta che è davvero il frutto di una scelta dei consumatori. Abbiamo dato voce a chi non l’aveva, cambiando le regole del mercato senza stravolgere gli interessi di nessuno».
Tutto è iniziato nel 2016 in Francia grazie a Nicolas Chabanne, 51 anni. Nel 2014 l’imprenditore aveva lanciato il marchio Les Gueules Cassées (“Le bocche/facce rotte” letteralmente, ma si potrebbe tradurre come “Brutti ma buoni”) per evitare gli sprechi alimentari e valorizzare i prodotti con difetti estetici, venduti a un prezzo del 30% inferiore a quello di mercato. Due anni più tardi Chabanne si era concentrato su un altro, tragico problema del settore agroalimentare d’Oltralpe (e non solo): a causa della bassa remunerazione del latte gli allevatori non riuscivano a tirare avanti. Ogni litro veniva pagato tra i 25 e i 27 centesimi: era la cifra stabilita dal mercato nel tentativo di comprimere sempre di più il prezzo a sfavore dei produttori. L’allevatore medio, con 70/80 mucche, perdeva tra gli 80 e i 100 euro al giorno.
Coprire i costi era impossibile e la frustrazione degli allevatori sfociava spesso in gesti estremi: secondo uno studio pubblicato nel 2016 da
tra gli allevatori di bovini da latte la mortalità dovuta a suicidio era del 30% superiore alla media della popolazione.
Mano alle calcolatrici «Chabanne ebbe l’idea di capire come i consumatori potessero entrare nella questione», spiega Di Rosa. «La domanda era: quanti centesimi mancano in un brick di latte perché le aziende possano vivere bene e il consumatore abbia un prodotto di qualità?». Il mercato non si era mai posto il problema. Calcolatrici alla mano, risultò che la somma mancante per ogni brick era pari a 8 centesimi. Considerando che in Francia il consumo
produttore: rispetto al prezzo medio si tratta di 12 centesimi in più a pacchetto, con un aumento di 3 euro nella spesa annuale dei consumatori (il consumo di pasta pro capite è di 23 chili all’anno). Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, si è optato per l’utilizzo di grano duro al 100% italiano realizzato con metodi di agricoltura sostenibile, per l’impiego di semola prodotta dal mulino annesso al pastificio (così da avere una maggiore tracciabilità) e per una tipologia di pasta trafilata al bronzo (che trattiene meglio il condimento) ed essiccata lentamente a bassa temperatura. La produzione avviene con energia verde e le emissioni di anidride carbonica sono compensate con la piantagione di alberi. Infine, è stato deciso di devolvere un centesimo al chilo di pasta per sostenere le aziende nella transizione dall’agricoltura convenzionale a quella biologica e un altro centesimo al chilo per aiutare chi è in condizione di fragilità economica.
Come spiega Di Rosa, La marca del consumatore non si occupa direttamente di vendere i propri prodotti, che sono commercializzati in sub licenza da varie aziende. «La nostra pasta è prodotta da Sgambaro, di Treviso, una delle prime ad avere ottenuto la certificazione “100% Grano duro italiano” e “Km zero”. È Sgambaro, per esempio, a occuparsi di pagare i produttori, che si trovano in Puglia e Pianura Padana, e di destinare il 5% sul prezzo di vendita al nostro movimento per coprire i costi», prosegue l’imprenditore. «Potremmo lavorare anche con altre aziende, ma non ci interessa creare competizione: ciò che importa è far crescere il numero dei produttori. I 160 milioni di litri di latte venduti in Francia sono stati prodotti tutti dalla stessa centrale». Sebbene La marca del consumatore non abbia l’onere di commercializzazione ha però la responsabilità del controllo, puntualizza Di Rosa. «Nell’associazione c’è un comitato etico-scientifico, con i professori Stefano Zamagni, Leonardo Becchetti e Marco Frey. I prodotti sono e devono rimanere di altissima qualità. Per la pasta abbiamo previsto un livello di micotossine inferiore ai limiti di legge».
Al momento la pasta del consumatore in Italia è venduta solo nei punti vendita Carrefour. L’auspicio è che altre catene di supermercati aderiscano all'iniziativa. «Il prezzo non dev’essere improntato sempre al ribasso: togliere i centesimi a chi produce provoca un impoverimento generale e crea una spirale che distrugge l’intero