PIÙ PIZZE CHE PERSONE COSA SI MUOVE IN CITTÀ
La pandemia ha definito due ere nel nostro modo di acquistare e spostarci: durante e post lockdown. I comportamenti che abbiamo adottato in quei mesi diventeranno abitudini? Bici e monopattini impazzano. L’e-commerce è esploso e il 70% dei nuovi utenti vuole continuare così. Uber nel mondo trasporta ora più cibo che esseri umani
Il tavolo della cucina è diventato un ufficio. La camera dei bimbi una classe. Il passatempo preferito? La pizza fatta in casa. Da marzo abbiamo rivoluzionato il nostro modo di vivere, dentro casa, ma anche fuori. Una “nuova normalità” alla quale ci siamo adattati e che consolideremo in autunno quando dovremo decidere se andare al ristorante o prenotare la cena via app, se usare l’auto, la metro o una bici condivisa per andare al lavoro, se comprare dei jeans in un negozio o online. La domanda, insomma, è: i comportamenti che abbiamo adottato diventeranno abitudini a lungo termine?
I più importanti frequentatori delle strade durante il lockdown sono stati i fattorini. Ed è infatti l’e-commerce il servizio che più si è fatto conoscere, conquistando anche quanti mai avrebbero pensato di acquistare prodotti o addirittura fare la spesa, online. Secondo l’analisi di Netcomm, consorzio del commercio Digitale Italia, tra gennaio e maggio due milioni di consumatori hanno scoperto l’e-commerce. «Si prevede un incremento delle vendite online del 26% quest’anno, cifra superiore rispetto a quelle degli ultimi dieci anni», spiega il presidente Netcomm Roberto Liscia. «Il 70% dei nuovi utenti continuerà ad acquistare in Rete. Un processo non dovuto solo all’emergenza ma al cambiamento dei costumi». La conferma arriva da Nielsen Italia: nel post lockdown le vendite online si attestano al +84,4%. L’assenza di una catena distributiva made in Italy ha portato alla concentrazione degli ordini su poche piattaforme. In primis Amazon, il cui utilizzo è esploso in tutto il mondo. Ma ciò che prevede nei prossimi mesi Liscia è anche altro: «L’emergenza ha spinto migliaia di piccoli esercenti a convertirsi al digitale in poche settimane. Il negozio si trasformerà. E gli effetti li vedremo già questo autunno».
Uber, più delivery che auto
A metà strada tra i colossi delle vendite online e le piattaforme locali troviamo il delivery, i cui protagonisti corrono in bici o in motorino. Per portarci a casa ciò che ci occorre in un attimo, soprattutto il cibo. Ha fatto discutere la trimestrale di Uber che rivela come, a livello mondiale, il servizio Eats (di food delivery, appunto) abbia superato quello dei passaggi in auto da privati. Ovvero il business principale della società. Come conferma Uber Italia, anche nel nostro Paese Eats sta crescendo a doppia cifra. In generale, il settore ha registrato buoni numeri (dati TradeLab, maggio 2020): 4 italiani su 100 hanno iniziato a usare il servizio durante il lockdown. E se gli utilizzatori abituali sono calati del 50% per la paura del contagio, i numeri sono poi tornati ai livelli di gennaio.
Caso ampiamente studiato durante il lockdown è Glovo, unico servizio attivo in Italia di everything delivery, in grado cioè di consegnare tutto ciò che desideriamo. Se il settore food ha subito una contrazione all’inizio dell’emergenza, oggi è in crescita del +10-20%, mentre continua la scia virtuosa degli altri servizi: la spesa ha registrato un boom del 400% nel lockdown, e a luglio tocca un +15% rispetto ai livelli pre-Covid; le consegne espresse che tra marzo e maggio hanno visto un +1000%