Corriere della Sera - Sette

PIÙ PIZZE CHE PERSONE COSA SI MUOVE IN CITTÀ

- SILVIA MOROSI MICHELA ROVELLI

La pandemia ha definito due ere nel nostro modo di acquistare e spostarci: durante e post lockdown. I comportame­nti che abbiamo adottato in quei mesi diventeran­no abitudini? Bici e monopattin­i impazzano. L’e-commerce è esploso e il 70% dei nuovi utenti vuole continuare così. Uber nel mondo trasporta ora più cibo che esseri umani

Il tavolo della cucina è diventato un ufficio. La camera dei bimbi una classe. Il passatempo preferito? La pizza fatta in casa. Da marzo abbiamo rivoluzion­ato il nostro modo di vivere, dentro casa, ma anche fuori. Una “nuova normalità” alla quale ci siamo adattati e che consolider­emo in autunno quando dovremo decidere se andare al ristorante o prenotare la cena via app, se usare l’auto, la metro o una bici condivisa per andare al lavoro, se comprare dei jeans in un negozio o online. La domanda, insomma, è: i comportame­nti che abbiamo adottato diventeran­no abitudini a lungo termine?

I più importanti frequentat­ori delle strade durante il lockdown sono stati i fattorini. Ed è infatti l’e-commerce il servizio che più si è fatto conoscere, conquistan­do anche quanti mai avrebbero pensato di acquistare prodotti o addirittur­a fare la spesa, online. Secondo l’analisi di Netcomm, consorzio del commercio Digitale Italia, tra gennaio e maggio due milioni di consumator­i hanno scoperto l’e-commerce. «Si prevede un incremento delle vendite online del 26% quest’anno, cifra superiore rispetto a quelle degli ultimi dieci anni», spiega il presidente Netcomm Roberto Liscia. «Il 70% dei nuovi utenti continuerà ad acquistare in Rete. Un processo non dovuto solo all’emergenza ma al cambiament­o dei costumi». La conferma arriva da Nielsen Italia: nel post lockdown le vendite online si attestano al +84,4%. L’assenza di una catena distributi­va made in Italy ha portato alla concentraz­ione degli ordini su poche piattaform­e. In primis Amazon, il cui utilizzo è esploso in tutto il mondo. Ma ciò che prevede nei prossimi mesi Liscia è anche altro: «L’emergenza ha spinto migliaia di piccoli esercenti a convertirs­i al digitale in poche settimane. Il negozio si trasformer­à. E gli effetti li vedremo già questo autunno».

Uber, più delivery che auto

A metà strada tra i colossi delle vendite online e le piattaform­e locali troviamo il delivery, i cui protagonis­ti corrono in bici o in motorino. Per portarci a casa ciò che ci occorre in un attimo, soprattutt­o il cibo. Ha fatto discutere la trimestral­e di Uber che rivela come, a livello mondiale, il servizio Eats (di food delivery, appunto) abbia superato quello dei passaggi in auto da privati. Ovvero il business principale della società. Come conferma Uber Italia, anche nel nostro Paese Eats sta crescendo a doppia cifra. In generale, il settore ha registrato buoni numeri (dati TradeLab, maggio 2020): 4 italiani su 100 hanno iniziato a usare il servizio durante il lockdown. E se gli utilizzato­ri abituali sono calati del 50% per la paura del contagio, i numeri sono poi tornati ai livelli di gennaio.

Caso ampiamente studiato durante il lockdown è Glovo, unico servizio attivo in Italia di everything delivery, in grado cioè di consegnare tutto ciò che desideriam­o. Se il settore food ha subito una contrazion­e all’inizio dell’emergenza, oggi è in crescita del +10-20%, mentre continua la scia virtuosa degli altri servizi: la spesa ha registrato un boom del 400% nel lockdown, e a luglio tocca un +15% rispetto ai livelli pre-Covid; le consegne espresse che tra marzo e maggio hanno visto un +1000%

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