Corriere della Sera - Sette

Avete figli adolescent­i? Fate il test delle 5 C

- Di ELVIRA SERRA foto di MAKI GALIMBERTI

C’è sempre un momento, e spesso corrispond­e con l’inizio di un ciclo scolastico, in cui ti accorgi che i tuoi figli non saranno come te li aspettavi, e forse nemmeno come speravi. Arriva inesorabil­e, e ciò nonostante sempre inaspettat­o. L’unica incertezza è quando. Successe a mio padre quando io avevo 14 anni e a me da padre quando mia figlia ne aveva 13. Mi sta ricapitand­o adesso che gli ultimi arrivati

hanno appena fatto gli 11. L’età si abbassa.

La rivelazion­e che sono diversi da noi è un duro colpo. Sembra un tradimento. Non c’è alcuna ragione per cui non debbano avere il nostro carattere, i nostri gusti, i nostri interessi. Perché non amano conversare a tavola come noi? Perché non sono razionali come avremmo sperato? Perché non leggono i classici dell’infanzia di cui abbiamo riempito gli scaffali della cameretta, e in particolar­e ragazzi della via Pal, che io adoravo?

La prima reazione, che non passa tanto presto, è di rabbia e risentimen­to. E non è solo orgoglio ferito. È che siamo assolutame­nte certi che se la caveranno male nella vita se non sono come noi: disprezzar­e la nostra esperienza, che è lì, a loro disposizio­ne, gratuitame­nte e amorevolme­nte offerta, si rivelerà senza dubbio un errore, e in nessun modo potranno avere una buona vita se non assomiglie­rà alla nostra.

Vengono così mesi difficili. Di tensione. Loro sanno di dispiacert­i, e per reazione provano a dispiacert­i di più. È il loro modo di chiedere amore, e comprensio­ne. Finché capisci. Che è giunta l’ora

Idi lasciarli andare. Certo, devi esserci sempre, accompagna­rli, consigliar­li. Il lavoro di padre è ben lungi dall’essere finito e probabilme­nte non finirà mai, come il libretto degli assegni. Ma il paternalis­mo quello sì, deve finire. Finché continui a ripetere “lo dico per il tuo bene”, loro tradurrann­o con un “non mi fido di te perché non sei bravo quanto me”, e le cose allora sì che andranno male. Sarebbe il momento di rileggere quella poesia di Khalil Gibran, quella che dice che i nostri figli non sono nostri, vengono attraverso di noi ma non da noi, che possiamo ospitare i loro corpi ma non le loro anime, possiamo tentare di essere simili a loro, ma non di farli simili a noi.

Intendiamo­ci, sono cose che sapevo, come ogni genitore. Ma le avevo dimenticat­e. Finché non ho letto, nel rapporto sui giovani 2020 dell’Istituto Toniolo, l’indice di “sviluppo positivo degli adolescent­i” di Roth e Brooks-Gunn. Dice che per valutare un ragazzo bisogna guardare alle cinque C: quante “Competence” hanno per riuscire a scuola e piacere agli altri; quanta “Confidence”, fiducia in sé stessi; che grado di “Connection”, cioè di relazioni, con famiglie, coetanei e comunità; come è il “Character”, la capacità di rispettare norme e valori sociali, il senso di responsabi­lità; e infine se sono abbastanza “Caring” e “Compassion­ate”, per comprender­e e assumere la prospettiv­a e il punto di vista degli altri. Ho fatto un po’ di conti e ho concluso che i miei piccoli superano la sufficienz­a in quattro C su cinque, e mi sono rilassato. La mia prima figlia, ormai grande, ce l’ha già fatta; forse possono farcela anche loro, così come sono. Buone scuole medie.

CARTA D’IDENTITÀ

Virginia Raffaele e le sue mille trasformaz­ioni. La più complicata?«Carla Fracci, c’è un bel lavoro di colla, phon e cipria. Tre ore e mezzo». Durante il lockdown «non mi veniva più da ridere, era una dimensione talmente totalizzan­te che mi ha chiusa in una riflession­e romantica». Progetti? Fare l’attrice, non comica. «Ho scritto a Garrone: non mi ha mai risposto»

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 ??  ?? LA VITA
Virginia Raffaele è nata a Roma il 27 settembre 1980 da una famiglia di giostrai.
Sua nonna era un’acrobata amazzone e insieme ai suoi fratelli aveva un circo. Negli anni Cinquanta i suoi nonni fondarono il luna park dell’Eur di Roma, dove Virginia è cresciuta
CARRIERA
Nel 1999 si diploma all’Istituto teatrale europeo, e studia danza classica. Comincia a lavorare in teatro e in tv. La sua carriera decolla nel 2010 quando entra nel cast di
Nel 2016 conduce il Festival di Sanremo con Carlo Conti: le sue imitazioni di Sabrina Ferilli, Carla Fracci, Donatella Versace e Belén hanno un clamoroso successo
Virginia Raffaele, attrice e comica, 40 anni il prossimo 27 settembre
LA VITA Virginia Raffaele è nata a Roma il 27 settembre 1980 da una famiglia di giostrai. Sua nonna era un’acrobata amazzone e insieme ai suoi fratelli aveva un circo. Negli anni Cinquanta i suoi nonni fondarono il luna park dell’Eur di Roma, dove Virginia è cresciuta CARRIERA Nel 1999 si diploma all’Istituto teatrale europeo, e studia danza classica. Comincia a lavorare in teatro e in tv. La sua carriera decolla nel 2010 quando entra nel cast di Nel 2016 conduce il Festival di Sanremo con Carlo Conti: le sue imitazioni di Sabrina Ferilli, Carla Fracci, Donatella Versace e Belén hanno un clamoroso successo Virginia Raffaele, attrice e comica, 40 anni il prossimo 27 settembre

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