«SONO TORNATA AL LUNA PARK»
era staccata, davanti non ne voleva sapere… Ma se lo affronti con spirito meditativo, diventa una pratica di autocontrollo. Conta molto la fiducia: il mio truccatore storico è Bruno Biagi, al quale si è aggiunto Lorenzo Tamburini».
Quali personaggi richiedono il trucco più lungo?
«Uno che soffro molto è Carla Fracci, per l’invecchiamento della pelle: c’è un bel lavoro di colla, phon e cipria. Tre ore e mezzo. Togliertelo diventa una liberazione».
C’è qualcosa che non rifarebbe? «No. Tutto mi ha portato ad altro». Come preferisce essere definita? «Imitatrice è limitante. Attrice e comica va bene. Performer e artista è bello».
Ha fatto due Sanremo…
«Cinque! Tre da ospite e due da coconduttrice».
Vuole superare Baudo e Mike
Bongiorno?
«No, per il momento mi dedico ad altro!».
Vantaggi e svantaggi della notorietà.
«Essere ingrati per una cosa del genere è dura… È bello quando puoi andare a Parigi con la stylist per scegliere i vestiti. Lo è meno stare attenta alla tua vita privata, ma basta non andare dove trovi i paparazzi».
Dove ha trascorso le vacanze? «Nonostante sia molto legata alla Grecia, non mi sembrava il caso di prendere un aereo. Così sono andata in Toscana in una bella casa con piscina, con i miei genitori e pochi amici. Volevo che i miei ricordassero queste vacanze non per il lockdown, ma per qualcosa di bello fatto insieme».
Cosa deve ai suoi genitori, Paola e Mario? «L’anno scorso ad Alghero. Non ci entravo dal 2007, quando hanno chiuso quello della mia famiglia. Dentro, sono stata investita dai rumori delle giostre e dal vociare delle persone, ed è come se non me ne fossi mai andata. Lì, parlando con un’altra giostraia, mi sono detta: il mio luna park non c’è più, ma le mie radici sono rimaste e sono lunghissime, abbracciano tutta l’Italia. Questo spettacolo mi ha permesso di rappacificarmi con un dolore».
È superstiziosa?
«Se vedo un gatto nero mi fermo. Poso sempre il sale prima di passarlo a tavola».
Riti scaramantici?
«Toccare il copione in un certo modo, fare un passo anziché un altro… Eduardo diceva che essere scaramantici è da ignoranti, ma non crederci porta male!».