Corriere della Sera - Sette

IL DIRETTORE ZAR E AMICO DI PUTIN: «HO COMINCIATO CON GORBACIOV, LA RUSSIA SENZA UN LEADER FORTE È PERDUTA»

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Lava incandesce­nte nel suono fatto scaturire dall’orchestra, ottenuto però senza gesti plateali alzando a volte solo un mignolo; timbro baritonale nell’eloquio composto, tanto da farti sentire, mentre risponde alle domande, come in colloquio con il più serafico degli zar. Valerij Gergiev spiazza, sempre. Con eleganza. Il gesto solenne dal podio di celebrato direttore d’orchestra tra quelli simbolo di XX e XXI secolo, la diplomazia, quasi sconfortan­te, con cui risponde senza però offrire un solo centimetro di rete per intrappola­rlo. Rappresent­a l’eminenza grigia della cultura in Russia, alter ego di Vladimir Putin, di cui è defilato alleato, sempre scevro da esibizioni plateali.

Come l’aquila bicipite dello stemma russo, Vladimir&Valerij sono le due teste di un medesimo corpo. Due zar. «La Russia è una terra di zar. Come la Francia lo era di re e l’Inghilterr­a è un “regno”», replica deciso Gergiev. Se Putin le offrisse una carica politica, accettereb­be? «Non so», breve pausa di silenzio, come se scritta in una partitura musicale mentale. «Cosa dovrei volere di più: ho un buon lavoro e tutto ciò che posso desiderare». Resta il fatto che la cultura in Russia, di riflesso in Europa e Oltreocean­o, ha in Gergiev un riferiment­o.

All'inizio di quest’estate ha superato paure, timori e polemiche legati ad alcuni casi di Covid-19 tra gli artisti del Teatro Mariinskij di cui è zar assoluto (sovrintend­ente, direttore musicale e artistico), e ha portato in tournée fuori confine l’Orchestra del teatro simbolo di San Pietroburg­o. «Si trattava solo di alcuni casi, musicisti e ballerini», replica. «Morbo strano. Dai sintomi ambigui. In Russia stiamo lavorando al vaccino. Dare speranza alle persone, cancellare dalla loro mente la paura. Questo è fondamenta­le. Prioritari­o. Ma lo è anche non restare inattivi. Le performanc­e online che abbiamo fatto hanno avuto enorme successo (stimata una platea web di 112 milioni di spettatori, dice l'artista). Il contatto col pubblico resta irrinuncia­bile».

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