Le radici del cambiamento? Negli anni Sessanta
Uno sguardo in un’Italia in cui molti non conoscevano l’omosessualità (ma sapevano bene cosa fossero gli “invertiti”), il divorzio era ancora materia di dibattito (la legge che lo consentiva verrà approvata solo qualche anno più tardi) e se la donna tradiva l’uomo era perfettamente legittimo e normale dichiarare, tra le risate degli amici e davanti ad un microfono, che era giusto accoltellarla. Per molti versi Comizi d’amore, il film documentario con cui 55 anni fa Pier Paolo Pasolini voleva raccontare la sessualità degli italiani (riproposto ora da PrimeTv), fotografa una società apparentemente lontana anni luce da quella di oggi, dove invece si discute su fluidità di genere e di orientamento. Ma in fondo le radici del cambiamento partono da lì, da quell’Italia a due velocità dove si poteva trovare una certa larghezza di vedute dove meno ce la si aspettava. Nella risata di una donna anziana, intervistata in spiaggia, che racconta con malizia del rapporto felice con il marito. Nel sorriso di una bambina emiliana mentre contraddice il papà secondo cui le donne devono avere un po’ meno diritti degli uomini, ma solo un po’”, dicendo che non è d’accordo e che vuole avere la stessa libertà di un coetaneo maschio.