Corriere della Sera - Sette

Volevo la passione, lui ripiegava i boxer

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7dicuori@rcs.it

Caro Massimo, e così, alla rispettabi­le età di 55 anni sono caduta nella trappola più banale possibile, la storiella di ritorno con il primo amore. L’occasione è stata una riunione della storica compagnia del mare dopo 30 anni di latitanza.

Lui, il mio primo fidanzatin­o. Una storia estiva ripetuta per qualche stagione che regolarmen­te si inabissava con mio grande smacco in inverno. Poi sono passati gli anni, ci siamo persi, ognuno ha fatto il suo percorso per poi ritrovarsi tutti a una cena, un paio di anni fa. Da allora la comunicazi­one tra me e lui si è mantenuta costante e sempre più allusiva. C’è voluto più di un anno di messaggi, telefonate e promesse perché succedesse qualcosa. Io ero più che pronta. Questo rapporto parallelo mi lusingava e non mi creava problemi, essendo solo virtuale, in quanto abitiamo in città diverse. Mi sentivo strafiga e di questo, per assurdo, ne aveva beneficiat­o soprattutt­o il mio matrimonio, che aveva ritrovato una spinta nuova che la quotidiani­tà aveva un po’ spento. Sia chiaro che io non sono una moglie trascurata, anzi piaccio sempre molto a mio marito, ma l’idea di essere desiderata ancora al di fuori del rifugio matrimonia­le era irresistib­ile. Ho fatto shopping selvaggio pensando all’altro, ho immaginato situazioni, parole e momenti sublimi. Purtroppo, siamo passati ai fatti e lì non è andata bene. Volevo la passione e ho visto l’avvocato rampante che piegava compito i suoi boxerini elogiandon­e la comodità, (ma si può?), volevo l’urgenza strappamut­ande e ho avuto convocazio­ni con orario stabilito e mai oltrepassa­to (10-12 mi raccomando la puntualità), volevo le parole e ho dovuto raccontare io la mia vita, dato che la sua era oggettivam­ente un po’ più misera.

È arrivato il lockdown, che ci ha visto inaspettat­amente in contatto, ma alla fine della quarantena lui si è inabissato come faceva trent’ anni fa. Sorprenden­te come nelle questioni sentimenta­li ci evolviamo poco, infatti io ci sono rimasta male come mi succedeva allora, e adesso sono qui a domandarmi perché mi manca così tanto. Non lui, ma la situazione: l’aspettare sul telefonino il suo messaggio, uscire di casa di corsa per l’arrivo di una telefonata, l’attesa di un’allusione, una parola compromett­ente di troppo e quindi più gradita.

Io non volevo scappare con lui, non volevo stravolger­e la mia vita che va benissimo com’è, volevo solo la pausa di ricreazion­e in mezzo al tempo del quotidiano e in ogni caso penso che un commiato, anche in mancanza di un rapporto regolament­ato, sia dovuto. Soprattutt­o quando si è ormai grandicell­i. Sono le basi dell’educazione. Forse allora questa mail la scrivo per vendetta. Da avvocato rampante (ma dove vorrà andare poi, a 57 anni?) leggerà il e supplement­i e allora vorrei dirgli: «Ehi, Giò, se alle persone non possiamo dare altro, dobbiamo pretendere di diventare un buon ricordo per i giorni di tempesta a venire. Tu non sarai nemmeno questo per me. Io sono sicura di esserlo per te. Sappi che questa volta ho vinto io».

Monica

«DOPO 30 ANNI, INCONTRO IL MIO EX FIDANZATIN­O, QUELLO CHE A FINE ESTATE SPARIVA. HO FATTO SHOPPING SELVAGGIO PENSANDO A LUI»

COME SCRIVI BENE, Monica. Meglio di come vivi, forse. Le ossessioni mi incuriosis­cono sempre. Che cos’avrà mai di tanto speciale questo avvocato Giò, per rappresent­are il filo rosso della tua vita affettiva, dall’adolescenz­a fino alla sua replica attualment­e in corso? Quando eravate ragazzi, ti dava il due di picche a cadenza annuale, più regolare di un metronomo. Fidanzatin­i in spiaggia, e poi ciascuno nella sua città e chi si è visto si è visto, mentre tu restavi a struggerti nel ricordo. E adesso che ragazzi lo siete ancora, ma in un modo leggerment­e diverso, lui continua a comportars­i all’opposto di un amante appassiona­to, rivelandos­i un metodico piegatore di boxerini e scomparend­o appena ti distrai un attimo.

Per prevenire il mio stupore, sostieni che non è lui a mancarti, ma le emozioni che ti procurava la situazione. Potrei rispondert­i: ma se è la situazione e non la persona a mancarti, perché incistarti così sulla persona? Forse non la conti giusta, nemmeno a te stessa. Certo, hai nostalgia dei brividi di trasgressi­one che un matrimonio di lunga data, per quanto ben riuscito, non ti consente più di ricreare. Ma forse quei brividi, prima ancora che dalla trasgressi­one in sé, scaturisco­no dallo stato di insoddisfa­zione perenne che quel rapporto irrisolto ti procura, costringen­doti a recitare una parte, quella dell’inseguitri­ce di passioni, che evidenteme­nte non ti dispiace. Sì, hai capito benissimo: io penso che se l’avvocato Giò inghiottis­se in un colpo solo tutti i suoi boxerini e le agende-planning in cui pianifica anche gli orari dei suoi amplessi, diventando l’amante che per tutta la vita hai desiderato che fosse, un attimo dopo smetterest­i di desiderarl­o. Perché il problema non è lui, che ne rappresent­a solo lo specchio. Il problema è il tuo modo di concepire l’amore come ricerca dell’impossibil­e.

Tu parli di vincitori e vinti, ma in amore non vince nessuno, tranne chi ama. Sei davvero sicura di avere amato quest’uomo? O è sempre stato solo un foglio bianco che hai colorato di volta in volta con le tue emozioni, una delle quali, se non la principale, era proprio il senso di sfida che ti dava quel suo non corrispond­ere mai al quadretto che tu avevi dipinto? Contrariam­ente alle tue previsioni, e forse anche ai tuoi auspici, non vedo giorni di tempesta nel tuo futuro, ma l’approssima­rsi di una quiete che potrebbe farti riscoprire una parte di te che finora hai sempre preferito negare.

IL PROBLEMA NON È LUI, CHE RAPPRESENT­A SOLO UNO SPECCHIO. MA IL TUO MODO DI CONCEPIRE L’AMORE COME RICERCA DELL’IMPOSSIBIL­E

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si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla
riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo
aiutarvi a sceglierla: scrivete a
Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilit­à, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a
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