L’uomo che mangiò in tutti i ristoranti tristellati del mondo
SCRIVE ITALO BECCARIA: «Da affezionato lettore ho notato qualche accenno (Ciccio Sultano, le mozzarelle di Barlotti…) che mi farebbe pensare a un suo lato gourmand finora un po’ celato. Nel caso le consiglio un autentico libro-mondo, Tre stelle Michelin, edito da Maretti di Imola. L’autore (Maurizio Campiverdi, ma si firma Maurice Von Greenfields) ha visitato tutti i tristellati Michelin del mondo (compresi quelli che le tre stelle le hanno perse, sono in tutto 366…). Nel librone (720 fitte pagine) oltre alle recensioni vi è molto altro (storie, aneddoti, statistiche, analisi del gusto). Insomma ci si perde e ci si diverte. Classico livre de chevet, da spilluzzicare prima di dormire, per poi sognare. Nel 1962 Von Greenfields andò in luna di miele in auto a Parigi fermandosi in dieci dei diciannove tristellati che c’erano allora in Francia (nessuno fuori dalla Francia). Da Parigi Von Greenfields proseguì la luna di miele volando a New York, San Francisco, Los Angeles, Polinesia Francese. Tornando a casa da Parigi si fermò poi ai nove tristellati rimasti».
NON CONOSCO (e me ne scuso) le mozzarelle Barlotti. La mia luna di miele, quando passo dalle parti di Paestum, prevede una sosta (reverenziale) alla tenuta Vannulo (prediletta in tema di bufale anche da Her Majesty The Queen) e un’altra sosta (altrettanto spirituale) alla Tomba del Tuffatore, struggente capolavoro che ci fa vedere, come guardando attraverso il buco della serratura, cosa ci potrebbe essere (di bello) oltre l’incantesimo della morte.
P.S. Impresa da tre stelle quella di Von Greenfields.
SILVANO CALZINI SCRIVE: «Chiedo venga messo agli atti che storicamente la scrittrice più bella del mondo è stata, e ancora è, Clarice Lispector. Ucraina di nascita ma brasiliana dall’età di due anni, e già questo la dice lunga. Bellezza dai tratti felini, un volto da ghepardo con gli zigomi più sensuali di sempre. Una volta si autodefinì così: “Sono talmente misteriosa da sfuggirmi”. Come avrebbe detto Nick and soda Carosio: “Formidabile!”».
Sulla bellezza, alla Marlene Dietrich, di Clarice Lispector (che cognome!) non ci piove, diluvia invece sul fatto che sia una grande scrittrice. Nel mio personale cartellino: no.
INSISTE CALZINI: «Ai nostri giorni la scrittrice italiana più bella è Eleonora Marangoni, romana di nascita e milanese di adozione. Una bionda che dà del tu a Proust, raffinata, algida e dalla sensualità discreta ma luminosa. Una bellezza “hitchcockiana”».
Dice? E, soprattutto, Proust ricambia il tu? Di Lux (romanzo della sua beniamina), mi fermai alla dedica: «A Maëlle, auuuu».
ALESSANDRO RICCI: «I commenti sulla figura e le opere di Philippe Daverio – una grande commedia ben scritta, ancora meglio recitata – mi hanno suggerito un parallelo con Paolo Conte. Amanti entrambi dei sani piaceri della vita, si occupano, nei ritagli di tempo, di arte, poesia, musica, ciascuno per la propria eccellenza. Propongo apertura dibattito».
Il dibattito, con tutta la simpatia, no. Paolo Conte è unico. Ed è talmente misterioso da sfuggire a sé stesso (© Lispector).
IL VIAGGIO DI UNA VITA CON 366 FERMATE GOURMAND. E A PROPOSITO DI DAVERIO E PAOLO CONTE...