NIENTE SU MIA MADRE
Roma, 1989. Nina ha 11 anni e la sua esistenza è appena stata stravolta. Insieme ai genitori e al fratellino, Lorenzo, si è trasferita dal centro della città in un quartiere di periferia. Le tocca fare i conti con un nuovo inizio, e non ne ha per niente voglia. Già deve sorbirsi le continue discussioni dei suoi e tenere d’occhio Lorenzo, per evitare che si faccia male come sempre… L’incontro con Sirley, una bambina della Guyana francese che frequenta la sua stessa classe e abita nel palazzo di fronte al suo, cambia ogni cosa. Sirley di anni ne ha 13, è mulatta e balla la lambada. Tra le due si crea un legame intenso, che le porta a scoprire un universo di emozioni, sensazioni e sentimenti.
Succede nel romanzo Sirley ,in libreria per Fandango. È successo — in parte — anche nella vita dell’autrice, Elisa Amoruso, regista
ELISA AMORUSO RACCONTA IN UN ROMANZO (E PRESTO IN UN FILM) IL LEGAME TRA DUE BAMBINE. «IN PARTE È LA MIA STORIA. NELLA PREADOLESCENZA L’AMORE È UNA FORZA SENZA REGOLE, CHE DIVENTA ESPLORAZIONE DEL CORPO»
e sceneggiatrice nata 39 anni fa nella capitale (tra i ultimi suoi lavori ci sono i documentari Chiara Ferragni - Unposted, su Amazon Prime Video, e Bellissime, su Netflix). «È un libro molto autobiografico, l’ho scritto come un flusso di pensieri. Le parti più simili alla realtà sono quelle che riguardano mio fratello e i miei genitori. Dopo 40 anni il loro è ancora un amore scoppiettante. Lorenzo invece è diventato il chitarrista di Carl Brave», spiega Amoruso. La 39enne all’inizio non pensava di raccontare quella storia sotto forma di romanzo. «Avevo realizzato un soggetto per il cinema per Bibi Film, la società di produzione di Angelo e Matilde Barbagallo», prosegue. «Mentre lavoravo sulla sceneggiatura ho approfondito i personaggi in un manoscritto di circa 200 pagine: Tiziana Triana, direttrice editoriale di Fandango (che ha coprodotto
Fuoristrada.
Bellissime Chiara Ferragni - Unposted.
Maledetta primavera
Sirley
Buongiorno amore Vorrei che fosse amore
realizzare il mio primo cortometraggio, Solo un gioco, mi ha dato i suoi risparmi per girarlo. Mia mamma invece non era convinta del mio sogno di fare la regista, lo vedeva come un lavoro maschile, lontano dal nostro mondo».
Il rapporto con la madre Amoruso crede che, soprattutto per le donne, il rapporto con chi ci mette al mondo sia fondamentale nel definire chi siamo: «La costruzione dell’identità femminile si fonda sul legame con la madre. Emerge anche dal documentario su Chiara Ferragni. Sua mamma ha sempre creduto in lei, hanno un rapporto positivo, di fiducia». Fra Elisa e sua madre, al contrario, le cose non sono mai state facili: «Con me era poco affettiva. A casa le componenti di spensieratezza e gioco erano scarse, le cercavo nelle amicizie femminili. Mi riconosco parecchio nei ruoli di Elena Ferrante: ho sempre avuto amiche con cui mi sono immedesimata e al tempo stesso sono entrata in competizione». Il rapporto tra Nina e Sirley però è differente da quello tra Elena e Lila de L’amica geniale: «Rappresentano due tipi diversi di solitudine. E in questa diversità si amano. Tra loro c’è un trasporto che travalica i confini dell’amicizia. Quando Nina vede Sirley parlare con un ragazzo ha il terrore di perderla, è una sensazione che ho provato io stessa».
Non vi sveliamo il finale della storia di Nina e Sirley. Nella realtà, l’amicizia tra Elisa Amoruso e la ragazzina senza nome è stata interrotta da un trasloco. «Quella bambina è stata una stagione della mia vita. Mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi potuto rivederla».