RAFFAELE ALBERTO VENTURA: «FIN QUI TUTTO MALE, MA PUÒ PEGGIORARE: LO DICE LA STORIA»
Il saggista della «classe disagiata» analizza la crisi dei competenti, coloro che dovrebbero produrre sicurezza per garantire sviluppo. «La perdita di sovranità avviene anche dove non c’è dittatura»
Per non venire spiazzati dal tatticismo del titolo, che potrebbe far pensare a un tardo racconto della disfatta degli intellettuali di sinistra, il nuovo libro di Raffaele Alberto Ventura, Radical choc (Einaudi) va letto da destra verso sinistra: “choc radicale”. Perché è uno choc ed è radicale lo stravolgimento che sta investendo i competenti, ossia i dispensatori di quelle risposte pertinenti che generano sicurezza, favorendo lo sviluppo. Ascesa e caduta dei competenti sono inserite in un quadro agilmente vasto: dal filosofo arabo del 1300 Ibn Khaldun, con le sue intuizioni sul rapporto tra centro e periferia e la guerra simbolica per il prestigio sociale, fino al nazismo come apoteosi della macchina-Stato omicida, animata da un populismo che ha realizzato la modernità azzerando la democrazia. In mezzo, il Medioevo, l’Umanesimo e gli Stati moderni, la cui Bibbia è Il Leviatano poiché lo Stato nasce come patto postbellico. Il libro, già al centro di La guerra di tutti (libro che ha seguito l’esordio di Ventura nel 2017, Teoria della classe disagiata), qui dialoga con il famigerato La burocratizzazione del mondo, del trozkista Bruno Rizzi: il libro già nel 1939 svelava le similitudini tra nazismo e stalinismo e, benché clandestino, ispirò Guy Debord (e indirettamente George Orwell) per La società dello spettacolo (1967): lo statalismo con la burocrazia e il capitalismo con la divisione del lavoro sono al servizio di una stessa ideologia economica che, con la maschera dello Spettacolo, domina la società con scopi razionali (sviluppo) ed effetti irrazionali (alienazione).
I riferimenti pop di Ventura, funzionali a storicizzare il presente, vanno da Voltron, cartone animato Anni 80 che ricorda il Leviatano ,al film L’odio (1995), con la frase «fin qui tutto bene» di Hubert che sta cadendo da un palazzo: finché non si sfracella può dirlo. Ventura invece sostiene: fin qui tutto male, ma può peggiorare, lo dice la Storia. Il popolo che abita le periferie e la campagna si ribella alle élite del centro e della città quando i costi dei competenti superano i benefici (avviene non solo per la crisi economica, ma per la concorrenza interna e per la complessità delle macchine che manager, burocrati, intellettuali e impiegati devono oliare). Le rivolte, che porteranno ad altri paradigmi, spingono su leader che parlano in nome del popolo. Trump, Brexit, 5Stelle, Lega... Ecco il primo choc.
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— deve fare i conti con gli influencer, la cui legittimità non viene tanto da titoli, ma dalla capacità di farsi seguire. Alcuni virologi e scienziati sui social sembrano aspiranti influencer.
«Gli influencer hanno il pro di far emergere outsider, rappresentanti di minoranze prima escluse, senza dover passare da accademie o istituzioni. Io stesso arrivo dal web, non dall’università. Sono autocritico allora se dico che i social network e media hanno un meccanismo disfunzionale, il like cresce anche se causi un litigio, infiammi un dibattito violento, riporti un contenuto negativo. Gli incentivi funzionali portano a effetti positivi sulla società, quelli negativi no, sono perversi. E penso al ruolo di reclutamento politico via web, che ha ottenuto anche risultati qualitativi inferiori persino al sorteggio».
Nel libro scrive di società iatrogena, dove le cure producono effetti collaterali negativi, a volte persino patologie. Cita l’ospedalizzazione che accelera la diffusione del virus, ma pure la radicalizzazione di islamici dovuta a infiltrati dell’antiterrorismo. Come evitare di cadere nella dietrologia complottista?
«Mi interessa mostrare com’è realmente possibile diventare cospirazionisti, anche per evitarlo: la società è ossessionata dal controllo ma non riuscendo a controllare tutto crea disfunzioni. Io le analizzo per togliere moralismo, alibi, non c’è alcun cattivo che sta controllando tutto, ma ci sono strutture e burocrazie così complesse che producono pasticci che forniscono dati reali a chi crede alla dietrologia. Capire le ragioni di chi pensiamo abbia torto, populisti o complottisti, è importante, non dobbiamo avere paura, sennò abbiamo già perso».