Noi, legati a quel che funziona E ancora di più a cosa non va
– E insomma dovevamo fa’ la rivoluzione, prima de ’ste vacanze ce dovevamo tutti lascia’, e invece nessuno s’è mosso, come sempre: io sto ancora co’ mi’ moje, tu co’ la tua, Giulio co’ Katia. – Diceva stamattina, parlando al telefono, il tipo dietro di me in coda per entrare al supermercato. E un po’ mi è venuto da ridere, molto da riflettere.
Perché anche quella mia amica e quell’altra e quel mio amico e quell’altro e a modo mio anch’io, prima di queste vacanze, dovevamo fa’ la rivoluzione.
Invece nessuno s’è mosso, eccoci di nuovo qui, nella nostra città, un po’ meno pallidi, ancora più impreparati per affrontare quest’autunno che oramai è arrivato, con l’insopportabile carico di paure e incertezze che porta con sé. Eccoci di nuovo qui: nelle stesse case, nelle stesse situazioni che, ci dicevamo prima di partire, non è possibile continuare a trascinare, ora basta: è arrivato il momento di cambiare, cambiare tutto.
– Ma come si fa a dare una svolta alla propria vita sotto Covid? Bisogna aspettare che arrivi il vaccino. – Dice qualcuno.
– Se ci sono dei figli di mezzo è impossibile lasciarsi d’estate. – Qualcun altro.
– E mettici che il padre di lei sta poco bene.
– La sorella di lui è stata licenziata.
– La prima settimana l’avrei ammazzata.
– Ma poi, tutto sommato.
– Lei mi conosce.
– Lui mi capisce.
Intanto però l’autunno incalza. E già lui sembra conoscerla meno, già lei comincia a faticare per capire. L’incubo di un altro lockdown ci minaccia.
– In quel caso, sicuramente, stavolta lo faccio: torno a vivere dai miei.
– Prendo i bambini e me ne vado da sola in campagna.
– Mi trasferisco in cantina.
Mentre, lo sappiamo, rimarremmo quasi sicuramente tutti ancora qui: nelle stesse case, nelle stesse situazioni.
Perché comunque, tutto sommato stiamo bene dove stiamo?
Perché invece dove stiamo stiamo malissimo, ma l’attaccamento a quello che non funziona, dentro di noi, ha radici ancora più profonde dell’attaccamento a quello che funziona?
Perché restare è la vera impresa?