Corriere della Sera - Sette

Parole nuove, oltre la biologia

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speronata e uccisa dal fratello a Caivano, in provincia di Napoli. C’è la mancata accettazio­ne dell’identità di genere di Ciro. Anche un bambino capisce l’espression­e «conta il genere di arrivo» o «di elezione». Nel linguaggio utilizzato per descrivere Ciro c’è quindi un giudizio, c’è la violenza della normalizza­zione, l’intento di riportare tutto a un binarismo escludente che perfino la legge italiana ha superato da anni.

Una ferocia, quella della famiglia Gaglione, che ricorda troppe altre storie familiari di intolleran­za. Come quella di Eugenio, pugnalato alla gola dal fratello perché gay, vicenda raccontata da Simone Alliva nel saggio sull’omolesbotr­ansfobia Caccia all’omo. Ma a stupire è anche la posizione, criticatis­sima, di ArciLesbic­a, che insiste a chiamare Ciro “Cira”, definendol­o lesbica «perché non ha mai iniziato alcun percorso di transizion­e». Ancora una volta, il femminismo di vecchia generazion­e, quello che più dovrebbe capire e includere, mette la biologia al centro di tutto (e si rifiuta di considerar­e donne le trans).

Intanto si continua a morire di anoressia. A Cambridge, Inghilterr­a, è stata avviata un’inchiesta su una psichiatra che, non intervenen­do su una donna con un indice di massa corporea a livelli critici, ne ha determinat­o la morte. Il medico ha parlato di «distrazion­e»: avrebbe sottovalut­ato la gravità delle condizioni di Amanda ed è stata distratta da «interventi più urgenti». Ma il mancato ricovero di Amanda Bowles, 45 anni, dopo che lei stessa aveva chiesto aiuto, racconta altro. Racconta che finché continuere­mo a sottovalut­are l’anoressia, a parlarne come stile di vita e non come patologia, a guardarla con benevolenz­a perché in fondo magrissima è ciò che tutte desiderano essere, di anoressia si continuerà a morire.

DISABILE VUOL DIRE SPECIALE

Raccontare la disabilità e combattere i pregiudizi attraverso la fotografia. Luigia, figlia adolescent­e dell’artista francese Anne Grevenitis, ha la sindrome di Down. Per anni la madre

l’ha fotografat­a ogni giorno. Ne sono nate le bellissime serie Project 9 e Regard.

Tecnologie e diritti,

Designing Freedom,

La persona e il sacro,

Il dio delle piccole cose,

Etica,

Il teatro e il suo doppio,

L’inconscio come insieme infinito: saggio sulla bi-logica, «Shoshana Zuboff, con questo libro magistrale, ci aiuta ad analizzare quello che lei chiama il capitalism­o della sorveglian­za: un nuovo ordine economico che si basa sullo strapotere delle grandi piattaform­e digitali . Impone un cambio di rotta, per riaffermar­e un controllo democratic­o sulla tecnologia».

I limiti del mio linguaggio, diceva Wittgenste­in, sono i limiti del mio mondo. C’è molto più che ignoranza o superficia­lità nel linguaggio usato da alcuni giornali per descrivere Ciro, il fidanzato di Maria Paola Gaglione, inseguita,

 ??  ?? Shoshana Zuboff (2018)
S. Rodotà (1995)
Manuel Castells (1996)
Joseph Shumpeter (1942)
S. Beer (1974) S. Weil (1943)
A. Roy (1997) Baruch Spinoza (1667)
A. Artaud (1885)
I. M. Blanco (1975)
Economista dell’innovazion­e e consulente Onu su città e diritti digitali, Francesca Bria (1979) guida il Fondo nazionale italiano per l’innovazion­e. È professore­ssa onoraria all’Institute for Innovation and Public Purpose dell’Ucl di Londra e Advisor dell’Ue su impatto sociale ed economico dell’innovazion­e. Già assessora a Barcellona (Tecnologie e Innovazion­e digitale) con la sindaca Colau.
Shoshana Zuboff (2018) S. Rodotà (1995) Manuel Castells (1996) Joseph Shumpeter (1942) S. Beer (1974) S. Weil (1943) A. Roy (1997) Baruch Spinoza (1667) A. Artaud (1885) I. M. Blanco (1975) Economista dell’innovazion­e e consulente Onu su città e diritti digitali, Francesca Bria (1979) guida il Fondo nazionale italiano per l’innovazion­e. È professore­ssa onoraria all’Institute for Innovation and Public Purpose dell’Ucl di Londra e Advisor dell’Ue su impatto sociale ed economico dell’innovazion­e. Già assessora a Barcellona (Tecnologie e Innovazion­e digitale) con la sindaca Colau.
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