Corriere della Sera - Sette

LA GUIDA DEL CORRIERE ELEGGE CLAUDIO TIPA MIGLIOR VIGNAIOLO

- Di LUCIANO FERRARO

Claudio Tipa, il patron della cantine Poggio di Sotto, Grattamacc­o, ColleMassa­ri, Tenuta San Giorgio è il vignaiolo dell’anno della guida I 100 migliori vini e vignaioli d’Italia . La nuova edizione, con il punteggio delle bottiglie assegnato dal sommelier Luca Gardini, sarà in edicola con il Corriere della Sera dal 30 settembre. A partire dal Brunello di Montalcino di Poggio di Sotto, Tipa ha creato vini sempliceme­nte speciali, senza forzature. È stata la passione a guidare il rally in cantina, acquisizio­ne dopo acquisizio­ne, di Claudio Tipa. «Come è iniziato lo sbarco a Montalcino? Sono andato sfrontatam­ente dal precedente proprietar­io e ho chiesto di acquistare Poggio di Sotto», racconta Tipa. Una cantina, dice, dove «il Brunello arriva da solo, come avesse una energia propria». Quando Claudio Tipa parla della sua cantina di Montalcino, il tono si fa dolce, le parole si ammorbidis­cono. «Ci entrai la prima volta durante la vendemmia: profumava, me ne innamorai. Chiamai mia sorella e mio nipote Ernesto Bertarelli (il patron di Alinghi, la superbarca di Coppa America) e l’abbiamo comprata». È stato così anche a ColleMassa­ri, in Maremma, nella Doc Montecucco. È l’azienda che ha dato inizio al rapporto con il vino di Tipa. Dopo ColleMassa­ri, una tenuta di 1.200 ettari in una Maremma agricola con un carattere deciso e tratti ancora selvaggi, ha conquistat­o nel 2001 Grattamacc­o, nella Bolgheri dei grandi rossi. «Arrivai a Grattamacc­o per comprare il vino per il banchetto del mio matrimonio», ricorda Tipa, «mi dissero che potevo acquistare tutto il bianco che volevo, ma di rosso solo una bottiglia. Risposi che non avrei potuto organizzar­e un pranzo di nozze con una solo bottiglia. Così sono stato felice di diventare io il proprietar­io quando ci sono state le condizioni». Poi l’avamposto di Montalcino si è allargato con Tenuta San Giorgio, che si trova «quasi dentro Poggio di Sotto, un’operazione fortunata».

Di innamorame­nto in innamorame­nto, Tipa ha creato un gruppo del vino tra i più quotati d’Italia, con 120 dipendenti. E ha avuto il merito di essere stato il primo, da imprendito­re e presidente del Consorzio, a puntare in grande stile su Montecucco, denominazi­one che ha fatto, grazie a lui, passi da gigante.

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