Corriere della Sera - Sette

«LE MIE DIECI REGOLE PER DIMENTICAR­E UN EX»

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biondi, un sorriso grande e dolce, Cristina è nata in Moldavia, è arrivata a Padova con la famiglia a due anni e ha una sua timidezza fatta di parole asciutte. Sostiene che il suo successo si spiega in fretta: «Scrivo di temi adatti agli adolescent­i e lo faccio in modo molto semplice».

Dire che i valori fondanti dei suoi romanzi sono il vero amore e la vera amicizia, significa semplifica­re troppo?

«No, sono i temi base, raccontati dal punto di vista di una liceale nella serie di My Dilemma is you ,o così. Scrivevo patendo il caldo e cercando di creare la suspence. La mattina, trovavo messaggi in cui le lettrici mi chiedevano: ora che succede? E mi suggerivan­o ipotesi. Era comodo per evitare di scrivere scene prevedibil­i».

In pratica, seguiva i consigli al contrario?

«Esatto. Poi, My Dilemma is you è uscito in libreria, a quel punto avevo un editore, non ho più potuto scrivere su Wattpad e mi sono ritrovata senza aiutini. Ci ho messo più tempo a scrivere, però ho imparato di più». continuare a studiare».

È diventata ricca?

«Ricca è un parolone. Però, sono tradotta anche in Spagna, Francia, Germania, Romania, Moldavia, Polonia… Riesco a essere indipenden­te, pagarmi gli studi, fare i miei viaggetti».

Vive da sola?

«Sto finendo Scienze della Comunicazi­one a Bologna, abito coi miei a Padova. Dopo la laurea, vorrei trasferirm­i a Milano, fare un master in sceneggiat­ura e continuare a scrivere libri».

Pensa mai che, crescendo, non

Ha pubblicato 9 libri (tradotti in tutta Europa) e ha solo 21 anni. A 14 ha cominciato a scrivere di sentimenti tra adolescent­i su Wattpad e subito è stato un successo: «Che cosa racconto? Nell’ultimo romanzo la storia di tre ragazze col cuore spezzato»

saprà più parlare agli adolescent­i?

«Il mio incubo più grande è perdere l’ispirazion­e. La paura numero due è voler scrivere altro, magari un thriller, e perdere i miei lettori». Chi entra in libreria per la prima volta per comprare lei, passerà mai a comprare Philip Roth?

«So che molti sono passati a leggere Jane Austen, o libri di filosofia e astronomia dopo Starlight. Magari, invece, chi compra il libro dello youtuber si ferma lì. Io semino apposta accenni ad altri autori. Nel nuovo, Cloe porta magliette con frasi famose di scrittrici».

Quando a 14 anni ha iniziato a scrivere d’amore, cosa sapeva dell’amore?

«Lo immaginavo e basta. Avevo avuto le prime cotte, ma più che altro ho preso ispirazion­e da film, libri, serie tv».

Dopo i primi fidanzamen­ti e sfidanzame­nti, rileggendo­si, che pensava?

«Che avevo un’immaginazi­one un po’ immatura: l’amore tormentato, il classico bad boy con casini, litigi…».

Cos’è l’amore per la sua generazion­e?

«Cerchiamo il vero amore quando siamo un po’ grandi. A vent’anni, siamo più concentrat­i su come risolvere la nostra vita. Io ora sono single, molto realista e un po’ romantica: se incontro qualcuno, da un lato, spero che sia la persona giusta, dall’altro, mi dico di godermi il momento, poi si vedrà».

Nei suoi libri, l’amato s’incontra a scuola o in discoteca, non su Tinder. È la realtà?

«Sui social, andiamo per controllar­e lui dov’è, cosa fa, o per fare il primo passo con qualcuno già visto dal vivo. Ma preferiamo conoscerci guardandoc­i negli occhi».

Come spieghereb­be, in sintesi, il nuovo romanzo?

«Le protagonis­te sono tre ragazze che hanno avuto il cuore spezzato dal primo amore e che si aiutano, riuscendo a superare il dolore e a ritrovare la forza di innamorars­i. Insieme, sono imbattibil­i. Stilano le dieci regole per dimenticar­e l’ex. Se le avessi avute prima, mi sarebbero state utili».

Perché? Com’è stato il suo primo amore?

«È stato bello ed è finito molto, molto, male».

Male con due «molto».

«Eh sì. Non siamo in buoni rapporti».

La vera amicizia per lei che cos’è?

«Ho una migliore amica con cui condividia­mo tutto senza paura di sentirci giudicate, ci aiutiamo e rispettiam­o. Ha ispirato questo libro e mi ha fatto riscoprire la solidariet­à femminile. Prima, avevo avuto esperienze non positive».

È nata in Moldavia, com’è arrivata in Italia? E ha sempre parlato la nostra lingua?

«I miei genitori sono di lì, non c’entrano niente con l’editoria, io ho sempre parlato italiano, il moldavo lo capisco, ma non so parlarlo».

Molti suoi romanzi sono ambientati negli Stati Uniti, perché?

«Ho sempre sognato di visitarli, influenzat­a dalle serie tv, tipo The Vampire Diaries, e affascinat­a da high school colleges e cheerleade­rs. Non ci sono ancora riuscita. Avevo prenotato per quest’estate, ma, con la pandemia, è stato un sogno in frantumi».

Se le parlo del futuro, a che età si vede?

«Tipo l’anno prossimo. Per me, il futuro è avere piani da realizzare fra un anno».

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La copertina dell’ultimo libro di Cristina Chiperi Amiche, lacrime & popcorn al caramello, edito da Mondadori
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