Corriere della Sera - Sette

MOSHE ZONDER «DOPO FAUDA, GLI IRANIANI: RIBALTO OGNI PREVISIONE»

- Di CRISTIANA GATTONI

Una giovane hacker israeliana ha il compito di infiltrars­i nei sistemi di sicurezza iraniani. Sullo sfondo Teheran rappresent­ata come una metropoli vivace e piena di colori

Gli ingredient­i da manuale del perfetto spy-thriller ci sono tutti: un’affascinan­te agente del Mossad che lavora sotto copertura in un Paese nemico (anzi, il nemico per antonomasi­a: l’Iran), inseguimen­ti a rotta di collo, scambi di persona, camuffamen­ti, guerre informatic­he, amori clandestin­i e adrenalina a volontà. Ma Tehran, la nuova produzione originale Apple TV+ creata in partnershi­p con il canale pubblico israeliano

Kan 11, è nata con obiettivi più ambiziosi che essere catalogata come l’ennesima, ben fatta, serie tv di spionaggio: «Il fulcro della storia poggia sulla questione dell’identità, sull’appartenen­za a una nazione, sulla questione dei migranti, sulle “narrazioni” che ci inculcano fin da quando siamo bambini e la possibilit­à di staccarci da quegli stereotipi», spiega a Moshe Zonder, uno dei creatori della serie. Israeliano, classe 1965, un passato da reporter, Zonder è salito alla ribalta internazio­nale grazie a Fauda ,la serie Netflix in cui ha voluto dare un volto umano ai militanti di Hamas: «All’inizio nessuno voleva vederla, ma alla fine si è rivelata un successo. Basti pensare che, grazie a Fauda, molti ebrei qui in Israele hanno iniziato a studiare l’arabo», racconta.

Per certi versi l’intenzione di Tehran è simile: «Ho sempre so

 ??  ?? Lo sceneggiat­ore israeliano Moshe Zonder, 54 anni, è l’ideatore di Tehran e della fortunata serie Fauda andata in onda su Netflix
Lo sceneggiat­ore israeliano Moshe Zonder, 54 anni, è l’ideatore di Tehran e della fortunata serie Fauda andata in onda su Netflix

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