Martelli, ruga morbida con stile
pensi che a scatenare paura e sensazione di pericolo imminente siano invece molti dei politici attuali, quelli che di fronte a uno come Claudio Martelli, per dire, vengono inghiottiti a loro volta nelle tenebre dell’insipienza, della banalità più irritante, della modestia assoluta.
Con un viso di rughe morbide, con i tanti capelli bianchi, il vezzo di mordersi il labbro, quel piglio tra naturale alterigia e certezza di pensiero, «il moccioso» – come lo chiamava Sandro Pertini – è tornato sulla scena: intanto, ha scritto un libro su Bettino Craxi, che ovviamente conosceva bene, benissimo, avendogli fatto a lungo da vicesegretario; un libro con un titolo impegnativo, L’ Antipatico ,econ una narrazione elegante aiutata anche da una scrittura non comune (vabbè, troppo facile direte: qui adesso abbiamo ministri che sbagliano i congiuntivi).
Ma non c’è solo il libro: per Martelli c’è pure una nuova moglie di quasi 40 anni più giovane (lui è del 1943), la deputata del Pd Lia Quartapelle, sposata a Tel Aviv e con la quale, mano nella mano, a luglio ha fatto ingresso all’Ultima Spiaggia di Capalbio, un gran ritorno salutato dal conteggio pettegolo che subito s’è scatenato tra le vecchiarde stese ad arrostirsi («Ma lo sai che Claudio è al quarto matrimonio?»). Però non ci badava, Martelli, seduto a leggere davanti al tramonto e con dietro le spalle, in dissolvenza, una storia personale e politica forte, piena di socialismo e Milano da bere, le feste da sultano nel villone affittato sull’Appia Antica a cifre mostruose, e poi la collaborazione con Giovanni Falcone e la lotta alla mafia da ministro della Giustizia, quindi Capaci, Mani Pulite, il tentativo di salvare il partito, l’Europarlamento, persino una conduzione su Canale 5.
In tivù, Martelli sa stare. Certe volte, sembra sceso da Marte. La sensazione fu netta la sera che il ministro Alfonso Bonafede telefonò a Non è l’Arena su La7 per difendersi dalle accuse del pm Nino Di Matteo. Poi prese la parola anche Martelli. Poi, in molti, provammo una efferata nostalgia per la Prima Repubblica (ammesso che la Seconda sia mai cominciata).
Come in un racconto di Stephen King davvero a volte ritornano, escono fuori dal buio della Prima Repubblica e però, dopo un piccolo, comprensibile turbamento iniziale, più stupore che altro,