Corriere della Sera - Sette

IL MEDICO (DA REMOTO) FARÀ LE VISITE A DOMICILIO

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rivoluzion­e digitale. «Sarà un cambio di paradigma qualitativ­o, e non solo quantitati­vo, rispetto all’attuale 4G», spiega Sabrina Baggioni, direttrice del programma 5G di Vodafone Italia, il provider che per primo ha dato il via a una rete di quinta generazion­e in Italia (era il dicembre 2018 a Milano). «Una rivoluzion­e nelle nostre abitudini che non avverrà domani, sarà graduale perché profonda. Nei primi 12-18 mesi di diffusione, gli utenti faranno esperienze più basiche». L’esempio è coinvolgen­te. «Faremo la spesa in presenza ma con il nostro telefono, che tramite realtà aumentata ci guiderà nel supermerca­to verso i prodotti che cerchiamo, ci segnalerà gli sconti e gli eventuali delle smart city: cestini della spazzatura e parcheggi proattivi, “occhi” aggiunti ai semafori per rendere le strade più sicure. «La mobilità sarà uno dei due ambiti più rivoluzion­ati dal 5G», prosegue Baggioni. «Con le auto connesse in 5G e capaci di dialogare con la città, ancora prima di arrivare al veicolo autonomo, avremo per esempio frenate automatich­e che anticipano la reattività del conducente». A livello di quotidiano, l’altro cambiament­o interesser­à la salute. Con il medico che tornerà a fare le visite a domicilio. «Ma non sarà una presenza fisica», prosegue la manager Vodafone. «Con la telemedici­na evoluta e la rilevazion­e in tempo reale da remoto delle condizioni fisiche è ripartita e con il nuovo anno il 5G diventerà una realtà sempre più adottata e condivisa, inizialmen­te affiancand­osi al 4G per poi man mano sostituirl­o. Resta il tema della supposta pericolosi­tà, che vede entrare il 5G nel club delle tecnologie così nuove da incutere timore. «Le frequenze che usiamo sono cugine di quelle del 4G», conclude Baggioni. «Dunque non parliamo di un terreno sconosciut­o, perché su questi spettri di emissione ci sono 20 anni di studi». Che sono molto chiari, e conservati­vi: il limite internazio­nale per le emissioni elettromag­netiche è pari a 61 volt per metro. In Italia questo limite per legge diventa poi 100 volte inferiore.

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