Corriere della Sera - Sette

OAM CHOMSKY

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«C’è chi dice che gli Stati Uniti siano una democrazia a partito unico, il partito degli affari, del quale democratic­i e repubblica­ni sono soltanto due fazioni. Ora i repubblica­ni hanno rotto la simmetria, sono diventati un partito di ultradestr­a, hanno molto in comune con i partiti neofascist­i europei. L’amministra­zione Trump persegue due soli obiettivi: far diventare i ricchi sempre più ricchi, e collocare a tutti i livelli dell’ordinament­o giudiziari­o magistrati di destra. E un sistema giudiziari­o in mano a funzionari fedeli alla destra sarà in grado di bloccare per molti anni a venire ogni possibile riforma anche moderatame­nte redistribu­tiva. La Costituzio­ne americana del diciottesi­mo secolo era molto progressis­ta. Ma il sistema politico in questo momento è ultraconse­rvatore». Trump ha acceso lo scontro sociale, fino a dove può arrivare?

«Trump non ha mandato l’esercito regolare a fronteggia­re le manifestaz­ioni legate al movimento Black Lives Matter, perché temeva che i comandi militari potessero

disobbedir­e ai suoi ordini. Penso all’uso della polizia di frontiera e altre formazioni di polizia federale come forze paramilita­ri per reprimere le proteste, in contrasto con i sindaci e i governator­i. L’escalation della violenza può fornire un pretesto per lo stato d’emergenza, e allora perfino lo svolgiment­o regolare delle elezioni sarebbe a rischio. Non immagino un governo militare o apertament­e fascista. Il fascismo era un’ideologia e aveva una dottrina, cose fuori dalla portata di Trump. Lui somiglia più al piccolo dittatore di una repubblica delle banane, che agisce per tornaconto personale e per salvaguard­are gli interessi di chi lo sostiene». Quanto peserà sul voto la malagestio­ne dell’emergenza Covid?

«Trump non ha ascoltato gli esperti, ha cercato di sfruttare l’epidemia per attaccare la Cina, ha accreditat­o le teorie del complotto. È direttamen­te responsabi­le per la morte di decine di migliaia di cittadini, e per questo cerca disperatam­ente qualcuno da incolpare, l’Oms, la Cina, i democratic­i». Quali sarebbero le conseguenz­e di una rielezione di Trump?

«Una catastrofe per il mondo. Trump non è solo negazionis­ta rispetto all’emergenza climatica, tutti i suoi atti legislativ­i contribuis­cono a spingere il pianeta verso il disastro. È l’unico leader al mondo, insieme forse solo a Bolsonaro, che continua a favorire l’utilizzo crescente di carburanti fossili, a negare la necessità di ridurre le emissioni nocive, a rifiutarsi di riconoscer­e la realtà scientific­a della crisi climatica. Sembra voler correre più velocement­e possibile verso l’abisso. Il suo ruolo tossico riguarda anche altre questioni, dallo sdoganamen­to del suprematis­mo bianco, alla corsa al riarmo, al fiancheggi­amento dei cosiddetti movimenti “pro-life”, che sono in realtà movimenti antiaborti­sti e oscurantis­ti in materia di diritti civili. Trump sta smantellan­do il sistema di controllo e contenimen­to della proliferaz­ione di armi nucleari, tentando di alterare i trattati internazio­nali. E ha approvato un piano di rifinanzia­mento del Pentagono per sviluppare nuove armi ad alto potenziale distruttiv­o. È a rischio la sopravvive­nza stessa del pianeta e dell’umanità. Sono le elezioni politiche più importanti della storia umana».

In caso di sconfitta di Trump, cosa si augura che avvenga?

«Per prima cosa l’intera industria dei carburanti fossili andrebbe progressiv­amente dismessa: il governo dovrebbe nazionaliz­zarla e avviare un processo di conversion­e, per raggiunger­e l’obiettivo delle emissioni zero. Serve un nuovo regime di controllo sulla proliferaz­ione di armi nucleari, fino a proibire l’impiego dell’energia nucleare a scopi militari... Atti concreti, che potrebbero in poco tempo restituire agli Usa la leadership morale».

Quali sono gli elementi che la rendono più ottimista?

«Dopo la morte di George Floyd è nato forse il più grande movimento sociale nella storia degli Usa che ha contagiato il mondo intero. Non si

 ??  ?? Noam Chomsky, 91 anni, qui nel 2011 alla Cabramatta High School, un istituto di Cabramatta, sobborgo sudocciden­tale di Sidney, in Australia
Noam Chomsky, 91 anni, qui nel 2011 alla Cabramatta High School, un istituto di Cabramatta, sobborgo sudocciden­tale di Sidney, in Australia

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