LA FINESTRA TERMICA E ALTRI PICCOLI GRANDI TRUCCHI
Per l’architetto Filippo Taidelli, presupposto di un’attitudine eco deve essere il rispetto. «Significa, qualunque sia l’intervento migliorativo su un edificio, mantenere la sua sincerità strutturale. Sulla quale attuare tutte le possibili strategie di sostenibilità per ridurre i consumi energetici e aumentare il benessere di chi lo abita». Oggi pensare green nel riassetto di edifici e spazi domestici è diventato un mantra. Per Taidelli, due lauree (una nel 1999 al Politecnico di Milano con una tesi in design sostenibile e una successiva a Madrid in riqualificazione ambientale) e gli inizi allo studio dell’architetto Mario Cucinella, è l’approccio di sempre: dal primo oggetto – nel 2009 una lampada a led innovativa – al primo intervento su uno stabile di inizio novecento. «Zenale Building a Milano è stato il mio primo lavoro di “retrofit” ovvero la riqualificazione di un fabbricato storico, in questo caso dal valore architettonico, in termini di efficienza energetica. Se si quantifica che in Italia ci siano circa due miliardi di metri quadrati di edifici abbandonati, un programma di recupero in questa chiave è già ragionare in termini di sostenibilità».
Attenzione ai serramenti
Al posto di nuove case, rilanciare in chiave “eco” quelle preesistenti. «Per esempio, nel building di via Zenale la facciata è stata arricchita da nuove aperture che aumentano la ventilazione naturale, e isolata con un cappotto termico interno che lascia intatta la struttura originaria in mattoni intonacati. Il riscaldamento è stato convertito in un sistema radiante a pavimento, efficiente e assimilabile nella percezione all’esposizione all’irraggiamento solare, oltre che poco invasivo. Piante caduche, messe in corrispondenza della facciata, contribuiscono a tenerla fresca d’estate e a migliorare l’apporto termico del sole in inverno». L’attenzione per i serramenti e l’uso del vetro non rappresentano solo un tema edilizio: «Da un lato ci sono le performance, imprescindibili, di efficienza termica e sicurezza, dall’altro la relazione con la luminosità, tanto più ampia quanto lo sono le superfici finestrate». Con ricadute non solo energetiche (migliore ventilazione equivale a una minore necessità di sistemi di condizionamento) ma soprattutto sul benessere psicologico dato da poter godere della luce naturale e dell’aria.
Vetrate che sembrano infinite connettono visivamente le due ali della casa-atelier dell’artista Adrian Paci a Scutari, una vecchia struttura ottomana in pietre di fiume affacciata su una corte: «Le grandi aperture scorrevoli verso l’interno favoriscono sia il riscontro d’aria sia l’irraggiamento. Sulla facciata
Cappotto sulla facciata, sistemi radianti a pavimento, vetrate che sembrano infinite, palazzi coperti da piante. Gli interventi devono rispettare un edificio «mantenendo la sua sincerità strutturale», spiega l'architetto Filippo Taidelli
invece è stato aggiunto il verde, a protezione delle finestre e schermatura della facciata dal sole».
L'uomo al centro
La visione in chiave sostenibile è oggi fondante anche per i grandi progetti pubblici. Taidelli, che ha appena inaugurato il nuovo Humanitas Emergency Hospital a Rozzano, progetto per un ospedale modulare dedicato alla cura delle patologie virali (tra cui Covid-19), ne è convinto: «In questo caso ha significato ragionare in termini di trasportabilità-leggerezza dei materiali e flessibilità costruttiva. Prevedendo superfici facilmente igienizzabili e sistemi di sanificazione efficaci anche in uscita». Senza dimenticare l’estetica e l’uso delle piante come antistress, perché, ribadisce, un progetto sostenibile è tale quando al centro mette l’uomo.