Corriere della Sera - Sette

Scegliere su Immuni Le ragioni del mio no

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E che l’emergenza Covid ha devastato il poco che c’era nell’attaccamen­to alla difesa accanita della dimensione privata. Solo in Italia, terra dove è nato il fascismo ed è fiorito il catto-comunismo, poteva risuonare il grido barbarico e totalitari­o «intercetta­teci tutti».

Da sempre si è sottovalut­ata la sana diffidenza liberale nei confronti del potere illimitato che tende ad abusare di sé stesso e quindi auspica il dispiegars­i di un potere limitato, bilanciato, costituzio­nalizzato, imprigiona­to in un reticolo di regole che riducano la possibilit­à di abusi, eccezioni, sconfiname­nti. In Italia si assiste impotenti, e nel silenzio generale anche delle istituzion­i che dovrebbero custodire l’integrità del dettato costituzio­nale, alla sistematic­a demolizion­e dell’articolo 15 della nostra Costituzio­ne, quello che difende la libertà della nostra corrispond­enza privata, mentre i giornali rigurgitan­o di spezzoni di messaggi, conversazi­oni WhatsApp e mail che sono la forma contempora­nea, post-cartacea dello scambiarsi corrispond­enza privata. Assistiamo a indagini infinite in cui i cellulari di amici e conoscenti degli indagati, e non indagati a loro volta, sono violati, spiati, archiviati, talvolta consegnati (da chi? È così difficile capirlo?) al pubblico ludibrio. E ci dovremmo fidare della rassicuraz­ione che i dati Immuni saranno distrutti quando questa pandemia sarà solo un ricordo del passato? La crisi del coronaviru­s ha ulteriorme­nte abbassato la soglia della nostra sensibilit­à al tema delle libertà conculcate.

Viviamo oramai da mesi e probabilme­nte vivremo per chissà quanti altri mesi in uno stato di emergenza che umilia, come spesso hanno sostenuto con argomenti ineccepibi­li studiosi come Sabino Cassese e Michele Ainis, le normali procedure democratic­he e parlamenta­ri. Abbiamo rinunciato all’esercizio di libertà fondamenta­li come la libertà di movimento, la libertà di lavorare, la libertà di frequentar­e chicchessi­a, la libertà di vivere in un’abitazione lontana dalla regione di residenza. È stato un sacrificio necessario, ma non tutti l’abbiamo vissuto come la manifestaz­ione del periodo più brutto e mortifican­te della libertà collettiva nella democrazia post-bellica. E ci dovremmo fidare? Io non mi fido. Non mi fido di un istituto previdenzi­ale che divulga notizie riservate su chi ha usufruito dei 600 euro di emergenza in modo arbitrario e con una tempistica altrettant­o arbitraria. Non mi fido di chi non si dispera

Lo so che è un argomento molto spinoso e controvers­o, però io capisco chi ha qualche remora ad installare Immuni e non lo considero affatto un paranoico. Io penso che in Italia sia sempre molto sottovalut­ato il tema delle libertà individual­i da proteggere contro le intrusioni dello Stato e del potere politico.

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