FIERA 2.0 CON DEGUSTAZIONI E ANALISI SENSORIALI VIA WEB
Anche la Fiera del Tartufo d’Alba, come è successo a tanti durante il Covid, festeggerà un compleanno importante – i primi 90 anni – in modo più composto. Ma la tradizionale rassegna che celebra l’oro bianco che cresce nelle colline di Langhe, Monferrato e Roero torna anche quest’anno dal 10 ottobre all’8 dicembre. Se la precedente edizione ha rappresentato l’espressione di un equilibrio perfetto fra tradizione e innovazione, questa nasce all’insegna della scommessa, portando a nove le settimane di apertura. Il filo conduttore sarà “Il Mondo”, per rappresentare il ruolo di ambasciatore e facilitatore di relazioni del Tartufo Bianco d’Alba. «Per noi è la fiera del rilancio e dell’innovazione, che resiste anche in tempi di pandemia», dice Liliana Allena, presidente al secondo mandato della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco, «vogliamo lanciare nuove sfide e abbiamo deciso di salvaguardare il nome del tartufo».
Con il Truffle Hub anche il tartufo si mette in contatto con chi non potrà esserci con esperienze digitali come analisi sensoriale del tartufo in collegamento con ristoratori di Miami, New York, Manila. Una narrazione del tartufo e del vino a distanza, con wine tasting assaggiando la medesima bottiglia in luoghi diversi. Il fermo biologico del mondo imposto dal lockdown e le piogge abbondanti lasciano presagire una raccolta generosa. «Già la sera del 20 settembre con la Tuber Primae Noctis abbiamo brindato all’avvio della ricerca per i “trifolau”: allo scoccare della mezzanotte, al Castello di Roddi abbiamo brindato al Capodanno del Tartufo in compagnia dei rappresentanti di tutte le fiere piemontesi», spiega Liliana Allena. Come è avvenuto già per la moda, anche il tartufo sperimenta il digitale, con l’idea che rimarrà un modo permanente di comunicazione, soprattutto nei luoghi più remoti del mondo. Questa edizione della Fiera sancirà, nell’anno della pandemia, un patto di amicizia tra Alba e Bergamo, nel segno delle Città Creative Unesco, un momento che sarà suggellato dalla presenza del sindaco Gori in città e da manifestazioni come il Palio degli Asini che rappresenterà un segnale di ripartenza e celebrerà ancora una volta il legame indissolubile tra la città e i suoi borghi. Non mancherà l’Asta Mondiale del Tartufo in presenza e in digitale, come vuole la tradizione, e gli showcooking con chef come Matteo Baronetto, Lorenzo Cogo, Davide Oldani e le cene insolite, come quella con Luigi Taglienti. Da qualche anno il tartufo va di pari passo con l’arte e il design: quest’anno la novità è la spazzolina realizzata dallo studio Job di Amsterdam e prodotta da Gufram, azienda del territorio. Si chiama Giacomo ed è un omaggio al naso di Giacomo Morra, che ha portato il tartufo bianco negli Anni 60 nel mondo, quando omaggiò la trifola a Marilyn Monroe e Winston Churchill.
La Milano Fashion Week ha dimostrato che la ricreazione in tuta da ginnastica è finita. È suonata la campanella del back to work ead apprezzare i nuovi codici formali sono i giovani. Le generazioni che vivono il completo in gabardine e flanella come una novità per sentirsi belli ed eleganti. E se negli anni 90 Giorgio Armani apriva le porte degli uffici ai jeans indossati con la sua giacca sensuale, oggi con la linea Emporio propone il New Formal
Leasure: capi funzionali, creati nel segno di un’eleganza dinamica e fresca; giacche, pantaloni, giubbotti sono studiati per non sgualcirsi, garantendo confort e massima praticità d’uso. Smanicati e blazer sono abbinati a pantaloni morbidi. Al blu e al nero si aggiunge il verde militare (tendenza che ricorre nei momenti di crisi), le linee sono semplici e incisive nel segno del nuovo minimalismo che subito fa stile.
Anche Kean Etro lancia la giacca 24 ore: in jersey di cotone e lana jacquard, caratterizzata da
40 anni, spiega il manager.
«Ibridazione e performance senza nulla cedere all’eleganza» è il motto di ZZegna. Le silhouette in Techmerino Wash&Go, flanella anti-piega (che grazie alla naturale elasticità facilita i movimenti del corpo), sono decostruite, ma precise. Alle giacche monopetto dai profili più asciutti si alternano i blazer a un petto. Si possono lavare e indossare subito dopo. Ogni completo viene venduto accompagnato da una speciale custodia in cui va inserito durante il lavaggio in lavatrice per garantire risultati ottimali. L’eleganza performante privilegia l’estetica monocromatica per lasciare emergere la personalità di chi la indossa, ma le superfici sono mosse dalle combinazioni di trame opache, brillanti e iridescenti. Poi la giacca si indossa anche sul denim lavorato con tecniche laser e lavaggi a ozono a basso impatto ambientale.
«Una sperimentaizone porta a quella successiva, sempre ricordando il dovere di salvaguardare il pianeta», sottolinea il direttore creativo di Zegna, Alessandro Sartori, «sia come esseri umani sia come stilisti».
È in tessuto antipiega fast dry anche il completo Btech di Boggi Milano: blazer due bottoni e pantalone in jersey di ultima generazione. Intanto anche brand democratici come Uniqlo si adeguano alla tendenza formal-confort: il blazer elasticizzato è in lana (98 per cento), la camicia in cotone no-stiro è realizzata con un filato doppio degli anni 80.