Corriere della Sera - Sette

Se la tua azienda mette la playlist (da lavoro) su Spotify

- Di FEDERICO CELLA

Il ritmo di oppure il relax di

Dipende dal momento della nostra smart-giornata: se è l’ora di pranzo, ci concediamo la pausa ascoltando la musica che ci dice quando la pasta è cotta (al dente); se invece – finita l’ennesima riunione a video – dobbiamo concentrar­ci su un progetto, meglio il “rumore bianco” di mattoncini Lego che si incastrano. Le playlist, una volta rifugio dei pendolari o compagne di studio per i ragazzi, sono diventate la colonna sonora delle nostre infinite giornate di telelavoro. Avere l’abbonament­o a uno dei servizi di musica in streaming è diventato uno di quei beni “necessari” in epoca di lockdown, la musica da piacere per le orecchie si trasforma in amichevole collega di lavoro nella nostra personale casa-ufficio. Ce ne siamo accorti noi smart worker, se ne sono accorte le aziende. Che per venirci a prendere dove ci troviamo sono sbarcate su Spotify. Nei due esempi che abbiamo fatto, accade con Barilla che propone canzonitim­er a seconda del tipo di pasta (del marchio, s’intende) che stiamo cuocendo, e con Lego che ha creato musica da meditazion­e-concentraz­ione basata sui diversi suoni che possono produrre i mattoncini. Marketing creativo da pandemia.

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