Corriere della Sera - Sette

LA RESISTENZA DEI MECENATI «LA CULTURA DÀ SPERANZA»

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Si potrebbe definirla l’epoca di un nuovo mecenatism­o. La pandemia ha squadernat­o ogni certezza. Cambiato i codici. Chi mai avrebbe immaginato che il Concerto di Capodanno da Vienna venisse teletrasme­sso in mondovisio­ne (audience 2021, pari a 50 milioni di telespetta­tori), e in streaming, ma senza pubblico in sala? Riccardo Muti ha accettato di prenderne le redini (la sua sesta volta), in una versione mai ipotizzata fino a oggi. Lo ha fatto perché la musica non si doveva fermare. Ha dichiarato in quelle ore: «Bisogna trasmetter­e speranza. Non possiamo abolire la musica, la cultura, i teatri». Il mondo si è emozionato.

Se grande oggi è lo sforzo degli artisti (in scena davanti a platee vuote), altrettant­o è quello di chi ha deciso comunque di sostenere questo inedito e (ci si augura) temporaneo modo di far cultura in digitale. L’appuntamen­to viennese, come quello della Scala il 7 dicembre 2020 con il kolossal tv e streaming A riveder le stelle, con cui si è aperta la stagione, ha visto Rolex offrire il suo mecenatesc­o supporto. Scelta convinta. Non si tratta di un mecenatism­o dell’ultim’ora, bensì con radici antiche, gli Anni 70. Quando iniziano le partnershi­p con i grandi artisti: il soprano Kiri Te Kanawa; poi Placido Domingo: fondano Operalia, concorso per giovani talenti lirici.

A distanza di mezzo secolo l’occasione per ribadire l’impegno, ma con nuovi codici. Mettersi al servizio di arte e musica, sfruttando il mezzo digitale. Come con Perpetual Music, progetto lanciato nell’estate 2020 sposando la formula oggi scelta da molte istituzion­i: tre concerti da altrettant­i illustri teatri (il Rossini di Pesaro, la Staatsoper di Berlino e l’Opéra Garnier di Parigi), con sale semi vuote (era ancora possibile), trasmessi in streaming sulla piattaform­a Medici. tv. Un’attuale forma di dialogo, non più tra generazion­i di artisti (come il progetto Maestro&Allievo, lanciato circa 20 anni fa per trasmetter­e l’heritage), ma tra identità culturali. Così la musica non si fermerà ma sarà un perpetual protégé.

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