Corriere della Sera - Sette

«LA CATENA DI MONTAGGIO RIDUCE

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«Maestro, mi hai detto di meditare all’alba, ma non posso farlo», si lamenta il discepolo. «Perché?» chiede il maestro. «A quell’ora la sirena della fabbrica fischia e mi distrae». «È semplice» risponde il maestro «da oggi mediterai sulla sirena della fabbrica».

La sirena della fabbrica è la crisi, parola greca che indicava il gesto dei contadini che separavano il grano dalla paglia. Meditare su ciò che abbiamo perso in questi mesi significa bruciare la paglia e fare il pane con ciò che di nuovo è già nato, che però come tutto ciò che nasce è brutto e sporco. Le scuole hanno dovuto introdurre le note disciplina­ri per chi non accende la telecamera, ma è proprio disattivan­dosi che lo studente è riuscito finalmente ad affermare l’essenziale. Nega a noi ciò che gli consente di essere qualcuno: il volto e la voce (diciamo «trovare la propria voce», «avere un volto», per indicare la pienezza di sé stessi). Se i ragazzi ce li sottraggon­o è per carenza di presenza: o non hanno gli strumenti adatti (disuguagli­anze di base) o vogliono dirci che il loro volto e la loro voce non interessav­ano a nessuno già prima della pandemia. La scuola-catena-di-montaggio, che li riduce a cervelli montati in serie sulla base della ripetizion­e (ti dico cosa devi sapere, lo memorizzi e poi lo ripeti), è addestrame­nto che rende assenti. La scuola-vita è invece educazione: fa maturare il nuovo e rende presenti. Dobbiamo sbarazzarc­i della scuola-industria di massa e inaugurare la scuola-bottega, in cui il maestro insegna a tutti i discepoli i fondamenti della sua arte, ma poi segue ciascuno perché si appropri di quei fondamenti con stile unico. Al vero maestro non interessa addestrare “copiatori”, ma educare “artisti”: ciascuno con il suo modo irripetibi­le di stare al mondo e praticare l’arte di vivere. Le spaventose cifre di dispersion­e scolastica del nostro sistema mostrano che per le famiglie la scuola non è più una risorsa vitale ma parcheggio, e noi insegnanti parcheggia­tori a ore.

Insegnare richiede, per profes

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