Corriere della Sera - Sette

Politici più social L’indiano Modi stacca tutti Rania nella top ten

- Di LEONARD BERBERI

accanto a un ventiduenn­e a torso nudo che faceva il dito medio all’obiettivo. Il ragazzo si rivelò essere un pregiudica­to per rapine, e certo lo staff presidenzi­ale avrebbe potuto fare più attenzione, ma quell’immersione tra i giovani di Saint Martin fece capire due cose.

La prima: Macron avrebbe provato a scuotere e rinnovare la società francese anche a colpi di azzardi mediatici. La seconda: il presidente avrebbe fatto sempre di testa sua, con giovanile cocciutagg­ine, ascoltando poco o nulla i suggerimen­ti di chi gli stava accanto. Tranne quelli di Brigitte, unica vera consiglier­a e anche lei, da ex insegnante di francese, attenta ai giovani (la première dame sta lanciando con i fondi del gruppo «Le mascherine sono fondamenta­li», «State in casa», «State fuori» – e responsabi­le di troppi tentenname­nti nel prendere l’unica via di uscita possibile, quella della vaccinazio­ne di massa.

Ma nell’anno del Covid appena trascorso Macron è rimasto fedele a un’unica strategia, ha avuto un’unica bussola: chiudere le scuole solo come ultima risorsa. Nella scelta drammatica tra sacrificar­e l’istruzione e quindi il futuro dei giovani o privilegia­re la tutela dei più anziani, il presidente non ha mai avuto dubbi. Prima di tutto i giovani. Anche quando gli epidemiolo­gi lo scongiurav­ano, a gennaio, di chiudere tutto per frenare le varianti e i medici oggi protestano perché gli ospedali

fa notare chi è scettico sulle conseguenz­e elettorali della politica macronista. «Ma i loro genitori e i loro nonni sì», ribatte Frédéric Dabi, studioso dell’istituto Ifop. Al di là della pura contabilit­à elettorale, parlare ai giovani significa mostrare a tutti i francesi che il governo pensa al futuro, ha una visione a medio-lungo termine, coltiva una speranza per il Paese.

Le misure

Per questo Macron va a cercare i giovani ovunque si trovino: visita le scuole e i centri di formazione, dà interviste a nuovi media online come Brut, incoraggia il premier Jean Castex a fare lo stesso su Twitch e apre account su Tik Tok. Nell’ultimo slancio giovanilis­ta, Macron ha chiesto aiuto a McFly e Carlito, due tra i più popolari youtuber francesi, per convincere i coetanei a rispettare le misure di protezione dal Covid: «Se fate un video su questo e superate i 10 milioni di visualizza­zioni, il prossimo lo girerete all’Eliseo». Sfida vinta, ovviamente.

Nell’anno che lo separa dalle elezioni il presidente cercherà la «grande idea», la proposta di portata anche simbolica che dovrà riassumere il suo impegno pro-giovani. Tra le possibilit­à si parla di un reddito minimo per gli under 25; oppure l’estensione a tutti della «garanzia giovani» riservata oggi ai disoccupat­i (un aiuto all’autonomia che va dalla redazione del curriculum ai consigli su igiene di vita e gestione del budget); e c’è anche chi, come il deputato della maggioranz­a David Corceiro, propone a Macron di prendere spunto dall’idea del neosegreta­rio del Partito democratic­o italiano, Enrico Letta, dando il diritto di voto ai sedicenni.

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