Il Bangladesh festeggia 50 anni La premier fa fucilare 14 nemici
Erano 14 militanti islamici, tentarono invano di assassinarla: (ben) vent’anni dopo quella bomba inesplosa, una corte di Dhaka li ha condannati a morte, per fucilazione (o, in subordine, per impiccagione). La vittima prescelta, Sheikh Hasina Wazed, 73 anni, era prima ministro allora, e lo è anche adesso (di nuovo, dal 2009). Guida il governo del Bangladesh che festeggia il 50° compleanno dell’indipendenza dal Pakistan (dopo che nel ’47 si erano staccati insieme dall’India). Cifra tonda per un bilancio sorprendente. I bangladesi hanno superato per reddito medio procapite i pakistani, dopo essere stati sempre sotto; il 98% dei bimbi finisce le elementari; alle superiori le femmine sono più dei maschi (meglio di India e Pakistan); tutti hanno la toilette (più di Pakistan e India). La quota di lavoratrici è passata dal 3 al 36%. Prima del Covid, il Pil cresceva oltre il 7%: ancora, meglio di India e Pakistan, e pure della Cina. Un’irresistibile galoppata. I dati però si possono e devono leggere in molti modi. Sheikh Hasina ha afferrato il potere al punto da raccogliere (2018) 288 congressisti su 300: al tempo stesso, giornalisti e migliaia di oppositori hanno conosciuto il carcere. I contratti pubblici finiscono (è l’accusa) agli amici degli amici, gli stessi che vincono in tribunale. I ricchi sono più ricchi (di un quarto), il 25% in povertà è salito al 40. La condanna degli attentatori dice chiaro chi comanda. Ma non è il miglior bilancio per il Bangladesh di Sheikh Hasina.