«LA MODA, IL LUSSO? IO ORA VIVO DI PICCOLE BUONE COSE»
In un racconto del grande scrittore americano Raymond Carver, un fornaio dalle maniere spicce maltratta due clienti senza sapere che hanno appena perso il loro bambino in un incidente. La storia finisce con il fornaio, desolato, che non sapendo cosa fare offre alla coppia dei dolci appena sfornati: «È una piccola, buona cosa». Per tutti, perfino per chi si trova a affrontare il dolore assoluto, il dolore che solo gli dei possono sopportare come dicevano gli antichi greci perché è troppo pesante per le spalle dei mortali.
Anche un volo di palloncini può essere una piccola, buona cosa. Un volo di palloncini tra i bimbi sorridenti di un parchetto giochi appena rimesso a nuovo, con la statua di un orso panciuto e sorridente per i più piccoli e una piramide per i più grandicelli che amano arrampicarsi. In Largo Oriani, quartiere Monteverde, lo scorso febbraio, in una mattina con il cielo blu brillante come riesce a essere solo a Roma.
Tra i papà e le mamme e i bimbi, a lasciar volare i palloncini verso il cielo c’era anche una stilista, Frida Giannini. Mancava solo Camilla Compagnucci, che avrebbe dovuto fare la prima media nella scuola lì davanti dove ora c’è un ciliegio dedicato a lei. Camilla è morta in un incidente assurdo — e sul quale indaga la magistratura di Torino: il 2 gennaio 2019, mentre sciava con il suo papà in Val di Susa, è andata a impattare contro un frangivento che da allora è stato rimosso. Questo piccolo parco giochi è suo, «il sogno di Camilla» come dice suo papà Francesco, che era con lei quel giorno, che ha cercato di salvarla e ora si dedica a recuperare aree verdi e costruire spazi di gioco per i bambini, in piena sicurezza e allegria.
Frida Giannini era alla cerimonia perché è una mamma del quartiere, il quartiere-paese dove è nata per poi ritornare da grande perché a volte sono le cose che non hai scelto a renderti la persona che sei. E perché la sua Greta, sette anni, gioca e va a scuola proprio qui. «Ho
Romana, 49 anni, per un decennio (record di cui è orgogliosa) direttrice creativa di Gucci, negli ultimi anni si è presa un una sosta fra una partita e l’altra. «Anche nelle situazioni più difficili deve esserci bellezza, è un bene essenziale»