Invasori e qualche terrorista dell’Isis: «sentimenti» d’Italia sui migranti
Ho scelto questa foto perché ci ritrae tutti. Sì, certo, vedete un immigrato che raccoglie mandarini e non riuscite a capire perché io in questa foto ci vedo tutti noi. In Italia la terra la coltivano gli immigrati: sono loro a raccogliere la maggior parte della frutta e degli ortaggi che finisce sui banchi dei supermercati e nelle nostre case. Molti sono senza contratto, vivono in baracche dove capita che muoiano, arsi vivi da incendi divampati da malmesse stufe o bracieri improvvisati.
Questa foto ci ritrae tutti perché – e forse alcuni tra noi non se ne sono nemmeno accorti – in un dato momento ci sono state raccontate dinamiche che non corrispondevano a verità, per convincerci che i flussi migratori andassero bloccati, che fossimo vittime di una invasione incontrollata e – addirittura – che tra i disperati che dall’Africa tentavano la traversata per l’Europa, via Italia, ci fossero anche miliziani dell’Isis, terroristi. Bisognava costruire il nemico perfetto con un duplice scopo: da un lato legittimare il finanziamento da parte dell’Italia alla Guardia costiera libica (nel panorama più vasto dei rapporti Italia-Libia con riferimento agli stabilimenti di petrolio di cui bisognava e bisogna garantire la sicurezza) per bloccare migranti in partenza, dall’altro compattare l’elettorato italiano sul tema della paura: ti voto perché prometti di liberarmi da un sentimento di insicurezza e inquietudine.
Non dimenticherò mai quando Marco Minniti, da ministro degli Interni, definì la sicurezza «un sentire, qualcosa di vicino al sentimento» e disse che «dove si ragiona con le statistiche non c’è sentimento». Il sentimento gli fece insinuare una cosa gravissima, che nei barconi dei migranti potevano arrivare anche terroristi: «Un’ipotesi», disse, «che non possiamo scartare». Oggi la rinnega quell’«ipotesi». Ma ha fatto danni incalcolabili.
In quella foto ci siamo anche noi, perché quando ci fu detto che i migranti andavano bloccati, che sui barconi potevano
MINNITI, MINISTRO DEGLI INTERNI DI UN PARTITO RITENUTO DI CENTROSINISTRA, IPOTIZZÒ MILIZIANI DEL CALIFFATO SUI BARCONI
arrivare anche terroristi, abbiamo iniziato a guardare con sospetto qualunque straniero, a provare diffidenza e a legittimare la mancanza di diritti nelle loro vite. E così è avvenuto che il ministro degli Interni di un partito ritenuto di centrosinistra abbia dato la stura all’istinto razzista più bieco, pavimentando la strada alla peggiore destra dal secondo dopoguerra.
È in questa Italia che avviene quello che io definii un attentato terroristico di matrice fascista. Il 3 febbraio 2018, a Macerata, Luca Traini con una pistola semiautomatica ferì sei persone, tutti immigrati di origine sub-sahariana. Fu un attentato terroristico di matrice fascista, non facendo Traini mistero del suo orientamento politico. Ogni tentativo di edulcorare o rendere neutra la notizia, dissi, è connivenza. E in effetti ci fu chi tentò di edulcorare. Sempre Marco Minniti definì i fatti di Macerata una «iniziativa individuale» e disse anche: «Ho fermato gli sbarchi perché avevo previsto
Traini». Sui media, incredibilmente, prevalse la linea del gesto di un folle motivato dall’invasione di migranti. Fu bloccata ogni possibile empatia quando il sindaco di Macerata, appoggiato da Minniti (e non solo da lui) chiese la sospensione del corteo nazionale antifascista del 10 febbraio 2018. Ci fu comunque, 20 mila persone a sfilare, ma non gli fu data rilevanza mediatica. Di quei fatti si occupano Marcello Maneri e Fabio Quassoli in Un attentato «quasi terroristico». Macerata 2018, il razzismo e la sfera pubblica al tempo dei social media edito da Carocci, libro che consiglio.
E QUANDO TRAINI SPARÒ A SEI EXTRACOMUNITARI, UN ATTENTATO DI MATRICE FASCISTA FU MOTIVATO DAI TROPPI SBARCHI
Dopo il 3 febbraio 2018, gli immigrati nel nostro Paese, milioni di persone che qui vivono e lavorano da anni, bambini e ragazzi nati e cresciuti in Italia, si sono sentiti in pericolo. Guardiamola bene questa foto perché ci ricorda che, in un attimo, l’azione di qualche politico spregiudicato può farci ripiombare indietro di decenni e perdere diritti che davamo per scontati.