HANNO PAURA
co Angeli). L’Istat rivela alcune differenze tra le diciottenni di oggi e quelle del 2001. Fumano meno, vanno meno in chiesa, guardano meno tv. Sono un po’ più sportive. Ma volevamo andare più a fondo. E così abbiamo raccolto 1.200 testimonianze anonime, intervistato una decina di zoomer di tutta Italia e commissionato due ricerche ad hoc.
Il lato battagliero delle ragazze emerge subito. Una su tre cita l’impegno sociale tra i propri obiettivi. La politica non le appassiona, ma molte (54 per cento) fanno o hanno fatto volontariato. Tra i temi che stanno loro a cuore spicca l’ambiente. «Ci tengo da sempre», dice Irene. «Mi sono interessata di più grazie a Greta Thunberg». Poi ci sono i diritti delle donne, cari a una ragazza su due. Del resto, sei su dieci dicono di essere state discriminate almeno una volta. Molte trovano datata la parola “femminismo” o la associano a un indesiderabile eccesso di zelo. Alcune, però, la rivendicano. Come Casadilego: «Per me significa uguaglianza. Dovrebbero essere tutti femministi: gli strascichi del patriarcato si fanno sentire». Adele ai diritti delle donne ha dedicato la tesina di terza media. «È strano pensare che ci sia stato bisogno di lottare per conquistarli», riflette. Militanti o no, tutte pretendono la parità. E, per il futuro, fanno affidamento su sé stesse: non vogliono dipendere da nessuno.
«Essere come mia madre»
Non a caso, in cima alla lista delle priorità mettono la carriera. «Desidero dei figli, ma prima di tutto voglio realizzarmi», dice Clarice. Come molte coetanee, cita la mamma come modello: «È sempre riuscita a conciliare lavoro e famiglia». Le fa eco Elena P: «Da grande vorrei essere come mia madre». Il perché è lo stesso, per tutte: le mamme sono “forti”, ma soprattutto “ci sono”. Anche se hanno una carriera. E i padri? Per molte sono punti di riferimento, ma non per il
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18% e il partner ideale è un alleato o un’alleata. Mariam crede che l’amore sia «essenziale»: «È più di un sentimento, è sentirsi vincolati a un’altra persona. Non riesco a immaginare un mondo senza amore, anche se non l’ho ancora trovato». «Per ora ho avuto solo storie di secondo conto», dice Elena P. «Vorrei innamorarmi, anche se temo che mi toglierebbe tempo e mi cambierebbe i piani». Il suo punto di vista non è insolito. Per molte zoomer l’amore è bello, sì, ma non abbastanza da spingerle a rinunciare a progetti e ambizioni. Siamo già complete, dicono, l’amore semmai aggiunge. E non deve togliere, altrimenti è «tossico» o comunque indesiderabile.
Le ali che si spezzano
Tutto questo professato amor proprio, però, a volte cede il passo alla fragilità. Alcune pensano che l’amore sia totalizzante e, per questo, lo temono. Tramite il questionario anonimo abbiamo raccolto riflessioni come questa: «Vedo le relazioni come qualcosa di opprimente, che tarpa le ali». Parole in sintonia con quelle di Eugenia Carfora, preside dell’istituto Morano di Caivano (Napoli): «Qui molte ragazze hanno enormi potenzialità. Potrebbero volare ma spesso le loro ali si spezzano. Ne ho viste molte isolarsi per amore. Dicono cose come: “Non accetterei un lavoro a Milano senza il permesso del mio fidanzato”. Quelle forti riescono a tirarsi fuori, altre no». Sarebbe un errore pensare che accada solo nei contesti difficili: in tutta Italia le ragazze di 20-22 anni si sentono inferiori rispetto al/alla partner in una percentuale doppia rispetto a quelle di 14-16 anni. Come se, crescendo, si scoprissero meno forti del previsto. La forza, nel bene e nel male, è una parola chiave per capire questa generazione di giovani donne. Ambiziose, ma in ansia. Consapevoli dei loro diritti, ma non sempre in grado di farli valere. Pragmatiche, ma insicure. Le ragazze della Gen Z vanno avanti, con tutte le loro contraddizioni.