Socrate come i no vax? Lui rispettava le leggi
Di certo è che nessuno si aspettava un esito così drammatico: Socrate fu condannato a morte. A parte alcuni oltranzisti, fu subito chiaro a tutti che era una decisione ingiusta. Anche per questo, alcuni discepoli e amici organizzarono una fuga dal carcere. Se la decisione era stata palesemente sbagliata, non bisognava fare qualcosa per evitare che un’ingiustizia fosse commessa?
Socrate però rifiutò la proposta, accettando serenamente il destino di morte che la città aveva deciso per lui. Aveva combattuto tutta la vita, spiegò agli amici allibiti. L’aveva fatto esponendo le sue idee; aveva cercato di far ragionare i cittadini di Atene, mostrando i loro errori, provando a convincerli a cambiare le cose. Aveva fallito, e ora si trattava di accettarne le conseguenze. Non è che perché il risultato non era stato quello che voleva lui, adesso si dovevano ribaltare le regole!
Aveva fatto bene, aveva fatto male? Difficile rispondere, nella situazione estrema della pena di morte. Ma il ragionamento merita ancora la nostra attenzione, perché aiuta a fare chiarezza su tanti problemi con cui abbiamo a che fare oggi, e in particolare sulla dibattutissima questione della libertà di espressione. Si pensi a chi si oppone ai vaccini (a quelli contro il Covid, e più in generale) o ai vari sostenitori delle teorie cospirazioniste. In effetti, perché non dovrebbero essere liberi di esprimere le loro idee, anche se vanno contro le teorie più accreditate? Posso io (non una persona genericamente intesa: io e solo io; tu e solo tu) escludere, con assoluta certezza, che non abbiano ragione loro? Onestamente no. In fondo, non era diverso quello che Socrate chiedeva agli Ateniesi: siete davvero sicuri che io abbia torto? Da dove arrivano le vostre certezze? Due differenze fondamentali, però, cambiano tutto. Socrate accettava il confronto, non si limitava a lanciare le sue contro-verità. Secoli di ricerche scientifiche, e di morti (la peste del 1348 falcidiò mezza Europa, tanto per dire) ci hanno condotto a formulare diverse ipotesi sulla diffusione dei virus e su come combatterli. Chi ritiene che queste conclusioni siano false, deve spiegare perché. Saranno anche tutte opinioni, ma le opinioni non sono tutte uguali: ci sono opinioni e ipotesi fondate, che si reggono su dati e riescono a offrire una spiegazione della realtà; e ci sono opinioni e ipotesi infondate, che dipendono solo dalla presunta autorità di chi le difende. Proclamare verità alternative non serve a niente – o meglio serve solo ad aumentare la confusione di fondo, e non ce n’è proprio bisogno. La seconda differenza è ancora più importante. Socrate aveva cercato di cambiare le idee dei suoi cittadini. Ma fino a che non ci fosse riuscito, spiegò, avrebbe accettato di vivere secondo le leggi della sua città. Diversamente non è libertà, ma solo l’egoismo di chi pensa di potersi disinteressare degli altri, quando non ne ha bisogno. O del bambino che porta via la palla perché non lo fanno vincere. Non è il comportamento ideale per garantire il funzionamento della società da cui tutti dipendiamo.
Nel 399 a.C. Socrate fu processato. Si discute ancora sulle ragioni – se si trattasse dei due capi d’imputazione soltanto (empietà e corruzione dei giovani) o se non ci fossero anche motivazioni politiche (Socrate non aveva mai fatto mistero delle riserve che nutriva sulla democrazia).