Corriere della Sera - Sette

EVOLUZIONE I VIDEO FANNO GUADAGNARE DA BETTY BOOP (NEL 1932)

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Cresce il valore dei video streaming, copre il 6,3% del mercato totale

Leggenda metropolit­ana. Il primo videoclip non è stato quello di Bohemian Rhapsody come spesso si legge in Rete. Il primo fu Cab Calloway nel 1932 con Minnie The Moocher in cui c’era anche il cartoon di Betty Boop come ricorda Domenico Liggeri, esperto del settore e regista. I videoclip sono partiti dalle sale cinematogr­afiche, poi sono arrivati i video-box, quindi la television­e che è stata la culla della Mtv generation.

Un’icona spazzata via da internet. I video sono sempre stati considerat­i un mezzo promoziona­le e, quindi, un costo. Sta cambiando qualcosa. Come è emerso dal recente dibattito del Digital Music Forum di Napoli. YouTube è la piattaform­a, non solo video, con più utenti, genera ricavi minimi a causa di una legislazio­ne che protegge le piattaform­e user generated content, ma nel 2020 il valore globale dei video streaming è cresciuto del 23,3% (in Italia +25%) e vale il 6,3% del totale del mercato. Le economie diventano importanti per una hit mondiale: Despacito di Luis Fonsi (nella foto a fianco) con 7,2 miliardi di views ha generato 7 milioni di dollari. E chissà che l’Italia, con il tax credit concesso alla produzione di videoclip, non attragga investimen­ti anche dall’estero.

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