Corriere della Sera - Sette

L’IMAC TORNA AL COLORE (E A STEVE JOBS)

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Si trasforman­o, ruotano, cambiano forma grazie a meccanismi, pistoni e rotori. Un esempio? Il nuovo computer da scrivania di Apple

All’iMac va dato il credito dovuto a una macchina che ha cambiato la storia dell’informatic­a. Nel 1998 fu il manifesto del pensiero di Steve Jobs: l’idea di fare un computer che fosse anche originale, bello, da esibire con orgoglio in ufficio o nel salotto.

Ora l’iMac torna al colore (omaggio al modello di oltre 20 anni fa), con un cuore “made in Apple” grazie all’innovativo chipset M1. L’iMac (da 1.499 euro) è uno dei tanti dispositiv­i che vanno oltre la staticità riuscendo a trasformar­si, a diventare più versatili, a essere diversi grazie a meccanismi, giunti mobili, pistoni, rotori.

È la forma che si fa anche sostanza, come nel caso del nuovo computer da scrivania della Mela. Proposto in 7 colori, è diventato un display con un piedistall­o. Lo schermo da 24 pollici è il computer stesso (tutto è lì dentro) ed è spesso appena 11,5 millimetri. Apple lo può fare grazie al suo processore M1, parente di quelli degli smartphone ma così potente da poter far funzionare (e benone) anche un computer da tavolo.

A non lasciare indifferen­ti è la cura dei dettagli: i sette colori sono in verità dei set di tonalità, declinati in sfumature diverse non solo sul computer, ma anche sui cavi, sul mouse, sul touchpad, persino nella maniglia per estrarlo dall’imballo. Così parla anche ai profani. A quelli che di tecnica non capiscono e non vogliono capire nulla, ma che sono interessat­i a una macchina funzionale e anche bella.

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