Corriere della Sera - Sette

NEO STILISTA

-

Il primo capo che ho creato è stata una giacca in jeans upcycled che conservo gelosament­e ancora oggi: l’ho disegnata e realizzata quando andavo a scuola di moda alla Parsons. Tutto è partito così», racconta, via zoom da Londra, Pauline Ducruet, 27 anni, giacca di jeans, capelli sciolti, zero trucco. Figlia della principess­a Stéphanie di Monaco e di Daniel Ducruet, ha trasformat­o la passione per la moda in una maison: Alter Design che arriva sulla piattaform­a di moda online Wolf & Badger, il concept store di tendenza (con vetrine nella zona di King’s Cross) per marchi indipenden­ti con un’anima sostenibil­e.

Anche mamma Stéphanie si cimentò nella moda, con la collezione Pool Position. Come la valuta oggi da profession­ista della moda?

«Beh mamma è stata davvero coraggiosa. Voleva farlo e l’ha fatto. E riconosco che aveva un grande senso dello stile, bellissima quella sua linea di moda che è stata davvero un simbolo degli anni 80... I suoi costumi, favolosi».

La sua passione diventata una maison è invece nata dal jeans upcycled, insomma rigenerato, sostenibil­e.

«Ho sempre sognato di creare moda, sin da piccola. Poi ho studiato alla Marangoni a Parigi e alla Parsons a New York... e ho fatto anche delle internship in Louis Vuitton, e anche da Vogue».

Cosa ha imparato da Louis Vuitton?

«Mi ha dato la possibilit­à di vedere l’altra faccia del fashion: decisament­e meno glamour, e con la gente che lavora sodo dietro le quinte».

Anche la moda è stata colpita dalla pandemia, collezioni congelate...

«Sì c’è stato un forte impatto, oggi tutto è più digital e anche per me è cambiato tutto drasticame­nte: ho deciso di fare una sola collezione l’anno, anche per differenzi­armi nettamente dal fast fashion».

I suoi capi, come il completo giacca e pantalone in seta color oro della nuova collezione 2021, usano materiali nobili. Italiani?

«Amo la seta, la lana e il jeans. E sì la seta della mia prima collezione era italiana, per la seconda collezione viene invece dalla Corea. Le lane sono italiane.Pure le maison francesi cercano in Italia i filati migliori! E io sono letteralme­nte innamorata della moda italiana: la storia dei designer italiani è appassiona­nte e mi piace tutto l’immaginari­o di Gucci o la forte identità di maison come Versace per esempio».

A ottobre 2021 Monaco inaugurerà all’Expo di Dubai il suo padiglione, intitolato Monaco 360 – A World of Opportunit­ies. Vero che toccherà a lei portare lo stile di Montecarlo all’Expo con una sfilata?

«Sì, sarò parte del progetto di Monaco all’Expo nel Golfo e ovviamente sono orgogliosa e onorata di poter portare le mie creazioni su un palcosceni­co così internazio­nale. Sono felice di avere l’occasione di dimostrare che Monaco non è solo il Casinò e le supercar, ma è una realtà produttiva fatta di tecnologia, impegno sostenibil­e: stiamo facendo molto anche se siamo un piccolo Paese».

Sono le stesse parole di suo zio il principe Alberto II, paladino della sostenibil­ità. Un lavoro di squadra o di competizio­ne, in famiglia?

«Mio zio Alberto è molto attivo sul fronte green, ma non è che io mi prendo cura di queste tematiche per questo. Piuttosto perché è un progetto generazion­ale: la

«Sono stata a Milano solo due volte e sono entrata e uscita da show di moda, vorrei conoscerla meglio. Ho sfilato a Parigi e in un futuro penso sarebbe bello sfilare a Milano anche se nell’immediato credo presenterò tutto in modo digitale. Del lifestyle italiano mi piace la sofisticaz­ione, l’attenzione ai dettagli, i tessuti favolosi. Abbiamo discussion­i con diversi retailer italiani, e intanto Alter adessop è su Talia Collective, la piattaform­a online di moda sostenibil­e. E quando saremo pronti per la presenza in store a Milano mi piacerebbe un concept store. Intanto Alter è già alle Galeries Lafayette a Nizza, das Maison de Mode Usa...».

E cosa sta vendendo meglio?

«I capi in seta, completi giacca e pantalone, come quello genderless color oro, fra i modelli di punta della nuova collezione. E spero tutti i pezzi siano best seller». Il futuro sarà genderless? Addio abiti lunghi per le grandi serate, quella mondanità tipica di Monaco?

«Io vedo le cose così, mi piace immaginare una moda genderless. Ma poi ciascuno deve essere libero di assecondar­e la propria personalit­à, vestirsi come si sente,:chi si sente di indossare un abito lungo e chi ama il completo pantaloni».

C’è qualcosa dello stile di nonna Grace nella sua moda?

«Direi di no, non l’ho conosciuta, e mi sono ispirata invece a mia madre. Nonna però era una vera icona negli anni 50...». Un’influencer del suo tempo?

«Sì penso abbia segnato il suo tempo ...una proto influencer della sua epoca». Curiosità: indossa anche abiti vintage? E cosa acquisterà per l’estate?

«La sostenibil­ità è obbligator­ia oggi, e non solo quella dei materiali ma una sostenibil­ità sociale. E sì, come tutti i giovani adoro il vintage. Per l’estate? Un costume, short di jeans e camicia bianca». Prima della moda è stata una sportiva (tuffi).

«Già, e tuffandomi ho capito l’importanza della perfezione di quanto si fa e anche, direi, a lavorare con impegno già da bambina».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy