Corriere della Sera - Sette

IN DIFESA DI CÉLINE E DEI CANTAUTORI ITALIANI (CON SELEZIONE DI BRANI)

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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA cita in un discorso ufficiale Francesco De Gregori («La storia siamo noi. Nessuno si senta escluso»). Non mi vengono in mente scrittori italiani contempora­nei da citare al posto di De Gregori (o di Paolo Conte, Lucio Dalla, Franco Battiato...). I cantanti hanno dato alla patria più degli scrittori. Era un mio sospetto da tempo (da quando chiedevo il Nobel per Paolo Conte) e dal Quirinale sembrano confermare.

P. S. A proposito di premi (e grandi italiani): Pallone d’oro a Mimmo Berardi subito.

BRUNO COLOMBO SCRIVE (telepatia?): «Senza scomodare le mirabili, sempiterne architettu­re (i tinelli maron, Nino che non deve aver paura, le meccaniche celesti), vorrei segnalarle qualche bel prodotto di design, quelle cose che ami tenere in casa e goderne con tenerezza l’estetica, non necessaria­mente prodotte (come direbbe Boeri) solo con la mano sinistra. Parlo delle feste appena cominciate e mai finite, delle domeniche bestiali, di quelle carezze della sera, dei cin cin con gli occhiali. Parolieri da Compasso d’oro, no?

P. S. “Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare”: per me è la Cappella Sistina della canzone italiana».

Concordo e aggiungo: «Ecco, la musica è finita. Gli amici se ne vanno. Che inutile serata, amore mio». Palladio purissimo, il Califfo.

GIANNI SACERDOTTI COEN: «Periodo durissimo per gli appassiona­ti di gialli: qualità media bassissima. Pari (de)merito: Flora di Robecchi e La disciplina di Penelope di Carofiglio».

RITA ZENGARINI: «Lei rimanda a settembre Robecchi perché il poeta Desnos, personaggi­o dell’ultimo romanzo dello scrittore, non è all’altezza di Céline. Mi sembra esagerato. Flora è ben congegnato, l’idea è originale, Desnos una scoperta non male. Con il voto mi fermo a 7 perché: 1) l’ambiente è di nicchia, senza personaggi con cui il lettore medio possa identifica­rsi; 2) l’acidità del libro è forte (pH 2,5), ma sparsa su una superficie troppo vasta (chi fa la tv, i programmi, i conduttori, i telespetta­tori, tutti, insomma) la corrosivit­à crolla».

ALESSANDRO ROBECCHI in persona: «Sarà anche vero (mah) che “23 parole di Céline valgono tutti i versi di Desnos”, ma è vero anche che cinque minuti della vita di Desnos, valgono tutta l’esistenza infame di Céline, che avrebbe forse potuto evitare la deportazio­ne di Desnos, ma non lo fece, ancora offeso per una recensione negativa. Meno male che hanno vinto i Desnos e non i Céline!».

NON CORREGGO LA ROTTA DI UN CENTIMETRO («Nuje simmo ’o faro», diceva la famosa barzellett­a): 23 parole di Céline valgono l’opera omnia di Desnos. Scriveva Nicolás Gómez Dávila: «Grande scrittore è quello che intinge in inchiostro infernale la penna che strappa dall’ala di un arcangelo». Céline fece così.

P. S. Il discorso sul pH 2,5 è una critica geniale e illuminant­e.

Il Joker è un club (virtuale ma anche viziato) di amici che non si conoscono di persona e amano chiacchier­are di romanzi, film, canzoni, sport. L’ingresso, come lo stile, è libero

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