Corriere della Sera - Sette

CAMBIARE STRADA IL CAMMINO DI ROBERT ÈUN INNO ALLA VITA

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Il viaggio di un 16enne nell’Inghilterr­a stordita dalla fine della guerra

“Avevo sedici anni, ero libero e avevo fame”. Destinato più per consuetudi­ne che per vocazione a lavorare nelle miniere di carbone – come suo padre, e come il padre di suo padre prima di lui –, finita la scuola Robert si mette in viaggio “per divorare la vita a grandi morsi”. Nello zaino ha prosciutto, formaggio, mele e una grossa pagnotta arrotolati in un asciugaman­o che la madre gli fa promettere “sul nome di Dio di usare almeno una volta al giorno”.

Fuori, c’è un mondo da scoprire, contemplar­e, divorare prima di calarsi per sempre nel lavoro sottoterra: è l’Inghilterr­a settentrio­nale, verde di campi e blu di mare, “così pungente e rigogliosa da dare il capogiro a un giovane uomo”. Un Paese – siamo nel 1946

– stordito dalla guerra finita da poco, ancora sotto choc e pieno di una sofferenza che, a 16 anni, non basta a frenare l’entusiasmo e la voglia di rinascita.

In cammino, Robert – studente distratto, un non-lettore – conosce Dulcie, strana signora dall’aria fuori tempo, con un segreto in tasca. Si ferma da lei per cena: astice, limone, vino, gusti mai sentiti prima. L’incontro gli cambierà la vita. Un romanzo che è un inno alla vita, alle amicizie senza confini di età e retroterra. E alla lettura. Non a caso l’autore lo dedica “ai biblioteca­ri di qualunque luogo, ai librai e agli insegnanti, e a tutti coloro che lavorano per condivider­e la passione per la forza della parola scritta”.

BENJAMIN MYERS

ALL’ORIZZONTE

Marcel Proust (1913)

L.Tolstoj (1865-69)

Vamba (1895)

Emilio Salgari (1906)

Graham Greene (1940)

Thomas Mann (1903)

Virginia Woolf (1927)

Alessandro Manzoni (1827)

Peter Hopkirk (1990)

Diplomatic­o e alto ufficiale delle Nazioni Unite, Filippo Grandi (1957) è stato vicerappre­sentante speciale Onu per l’Afghanista­n e commissari­o generale Onu per il soccorso e l’occupazion­e dei rifugiati palestines­i nel Vicino Oriente (UNRWA). Dal 2016 è l’alto commissari­o Onu per i rifugiati.

«È il libro che meglio mi ha raccontato che il significat­o della vita si scopre, si smarrisce, si ritrova, man mano che la vita stessa si svolge, nello scambio continuo tra esperienza e memoria, tra sensazioni e sentimenti. L’ho divorato a vent’anni, viaggiando in Asia con il sacco in spalla».

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