POLITICA UN GOVERNO CHE SIA CONDIVISO. LE TRATTATIVE SONO COMPLICATE DAGLI ESTREMISTI
Quand’ero in Parlamento, c’erano diversi estremisti, ma il mio voto contava quanto il loro. Ed è così che vogliamo affrontarli, non con le armi ma con il potere dei nostri voti». L’ex vice Speaker del Parlamento Fawzia Koofi oggi fa parte del team dei negoziatori nel processo di pace con i talebani: lei si trova a Doha in Qatar, le sue due figlie aspettano in Afghanistan. «I talebani cercano di controllare i villaggi con la forza militare: sin dall’inizio dei negoziati la violenza è aumentata, inclusi gli assassinii mirati. Intanto nei colloqui non hanno spiegato davvero la loro posizione». «Noi attivisti per la pace non abbiamo altra alternativa che essere ottimisti», nota Koofi, ma sottolinea la delusione perché «l’annuncio del presidente Biden che gli Usa si ritireranno senza condizioni a settembre mette noi che rappresentiamo la Repubblica afghana in difficoltà, visto che l’altro lato pensa che vincerà militarmente. La nostra aspettativa nel febbraio 2020 era invece di un ritiro condizionato, legato alla formazione di un governo che includesse non solo i talebani, che sono una realtà del Paese, ma anche le donne, gli accademici, la società civile: un governo accettabile per tutti». Koofi crede che i talebani possano vincere militarmente, ma non durerà: «Vincere sul campo è facile, governare sarà difficile». «Quando i talebani presero il potere ero una studentessa, volevo diventare medico e, come centinaia di migliaia di donne, fui costretta a restare a casa quando imposero l’emirato, ma non è durato. E stavolta la violenza sarà ancora maggiore, perché in vent’anni sono aumentate sia le armi che le divisioni etniche. Perciò chiediamo subito un cessate il fuoco e proponiamo che aderiscano ad un accordo per la divisione del potere, che sarà islamico, con un rispetto della diversità e dell’inclusione».