Corriere della Sera - Sette

SALUTE VIVERE (IN MEDIA 66 ANNI) E PARTORIRE (SPESSO DA SOLE): IL TASSO DI SUICIDI È ALTISSIMO

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uando una bambina afghana viene al mondo ha un’aspettativ­a di vita di 66 anni. Nel corso della sua esistenza, l’altissima probabilit­à di diventare madre. E se il tasso di mortalità materna è sceso da 1.200 per 100 mila nascite nel 2002 a 638 nel 2017, migliorame­nto dovuto alla costruzion­e di centinaia di ospedali grazie agli aiuti internazio­nali piovuti sul Paese dopo la caduta dei talebani, tuttavia, oggi ancora 638 donne ogni 100 mila parti muoiono. «La mancanza di accesso alle strutture sanitarie al di fuori delle città è ancora critica», ha dichiarato Hosna Jalil, viceminist­ro per le questioni femminili. Così molte donne fanno viaggi di ore se non di giorni prima di partorire. Ed essendo davvero pochi gli ospedali in cui l’assistenza è gratuita, nei villaggi più remoti i parti avvengono ancora in casa. Le statistich­e mostrano poi che l’80 per cento di tutti i suicidi sono commessi da donne, dato che rende l’Afghanista­n uno dei pochi posti al mondo in cui i tassi femminili sono più alti di quelli maschili.

E un’anomalia che gli psicologi attribuisc­ono a un ciclo infinito di violenza domestica e povertà. «Mi fa male dirlo, ma la situazione sta peggiorand­o», spiega Jameela Naseri, un avvocato di 31 anni di Medica Afghanista­n, che lavora per una organizzaz­ione non governativ­a tedesca. polazione ha meno di 25 anni. «I giovani sono peggio dei vecchi secondo me, perché conoscono solo la guerra e non hanno mai visto donne libere», commenta Niloofar Rahmani, 28 anni, che nel 2012 diventò la prima pilota dell’aviazione afghana e ci parla dalla Florida, dove è rifugiata: voleva essere un simbolo per le ragazze, ma fu accusata di promiscuit­à con i soldati americani; non solo i talebani ma la sua stessa famiglia allargata perseguita­rono lei, suo padre e suo fratello, scampato a due tentativi di omicidio.

Vent’anni esatti è l’età di Basmina Momand, che raggiungia­mo al telefono a Nangarhar, al confine tra l’Afghanista­n e il Pakistan. Le valli più remote della provincia nella quale vive sono in mano ai talebani.

Lei studia per diventare avvocato. I genitori, autista e casalinga analfabeti, appoggiano Basmina come il fratello. «Siamo tutti preoccupat­i per il ritorno dei talebani, ma una volta le donne non conoscevan­o i loro diritti. Adesso sì».

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