ATMOSFERE DISTOPICHE SARÀ IL ROBOT KLARA A FARCI RISCOPRIRE LA MAGIA
Ishiguro narra l’incontro tra la 14enne Josie e la sua Amica Artificiale
Klara ha i capelli corti e scuri e uno sguardo gentile. È un’AA, cioè un’Amica Artificiale, una robot alimentata a energia solare che vive in un negozio di una città americana, tra la vetrina e il retrobottega. Con altri automi come lei aspetta di venire acquistata per fare compagnia a ragazzini soli. Klara è attenta, sensibile, intelligente, non conosce ambiguità né simulazione, parla la lingua della sincerità. È Josie, una quattordicenne “potenziata” geneticamente, con non chiari problemi di salute, a sceglierla quando la vede in vetrina, dell’amore, del dolore, della solitudine, della vecchiaia, della scienza, insomma di tutti quei temi che intessono il presente. Di ciò che siamo e di ciò in cui crediamo. Lo fa con un romanzo che è anche una riflessione sui rapporti di forza, che riscrive la dialettica padroni e servi e allarga i confini di senso di parole come dovere e sacrificio, già esplorate in Quel che resta del giorno, il suo romanzo più celebre anche grazie al film con Anthony Hopkins.
L’atmosfera che prevale in Klara e il (tradotto da Susanna Basso) non ha
la fantascienza,
KAZUO ISHIGURO KLARA E IL SOLE
di Heinrich von Kleist (1810)
di Théophile Gautier (1863)
di Simone de Beauvoir (1958)
di Madame de la Fayette (1678) di Jorge Luis Borges (1944) di J. Conrad (1899) di Colette (1932) di Aleksandr Sergeevicˇ Puškin (1832) di Ian Rankin (2006) di Jerome Charyn (1988)